Sono diverse le sentenze che riguardano prove di email, SMS, messaggi di whats app, tra il marito (o la moglie) e l’amante.
La corrispondenza privata è coperta da segretezza e pertanto neanche la moglie (o il marito) tradita può violarla per accertare il tradimento del coniuge.
La tematica della privacy è tra le più calde del momento e sono veramente molti i casi in cui rientra. Anche sotto il profilo delle infedeltà coniugali la privacy è divenuta centrale nei tribunali.
Le cose però stanno cambiando, come emerge da alcune recenti sentenze. Già il tribunale di Torino un anno fa ammise le prove portate a sostegno dalla moglie in tema dell’infedeltà del marito: delle mail evidentemente intercettate in violazione della privacy del marito. Nonostante ciò i giudici di merito hanno considerato preminente la prova in sé del tradimento.
La sentenza è stata poi confermata dalla Corte di Appello di Trento, con sentenza n. 249/15 con cui i giudici hanno confermato l’ammissibilità degli SMS visti dal figlio in cui veniva palesata l’infedeltà del padre.
A questo punto non rimane che attendere le pronunce ad opera dei giudici di legittimità per avere conferma di questa interpretazione.