Si possono pignorare i beni che il debitore ha trasferito all’ex coniuge?

Si possono pignorare i beni che il debitore ha trasferito all’ex coniuge?

Che succede a chi si separa per evitare il pignoramento?

Si fanno carte false per non pagare i debiti. False in tutti i sensi. Come ad esempio un finto divorzio con il proprio coniuge. Avviene così che moglie e marito presentino un accordo di separazione al giudice con cui il coniuge con i debiti trasferisce la casa all’altro coniuge o al figlio, a titolo di contributo per il mantenimento. In tal modo i creditori non dovrebbero riuscire a trovare nulla su cui soddisfarsi. Ma è un metodo valido ed efficace? Quali rischi comporta? Si possono pignorare i beni che il debitore ha trasferito all’ex coniuge?

 

 

Sul punto si è più volte espressa la giurisprudenza (si veda ad esempio la sentenza del Tribunale di Napoli n. 2075/2024). La legge, almeno in via teorica, tutela il creditore; questi infatti può agire in giudizio e rendere inefficace l’atto di trasferimento del bene, ma solo a determinate condizioni. Vediamo quali sono.

Indice

* Cosa può fare il creditore se il debitore si separa?

* Quanto tempo prima separarsi per evitare il pignoramento?

* Si può fare una separazione dei beni?

* Cosa si rischia se la separazione viene contestata?

Cosa può fare il creditore se il debitore si separa?

Se la separazione avviene dopo che il debito è stato contratto, il creditore può agire dinanzi al Tribunale per dimostrare che l’accordo tra marito e moglie ha solo lo scopo di danneggiarlo. Come? Dimostrando che il patrimonio del debitore si è sostanzialmente svuotato e non consente il recupero del credito. Tale azione – che va sotto il nome di azione revocatoria – deve essere esperita entro il termine massimo di 5 anni dalla trascrizione della sentenza di separazione.

Il creditore potrebbe anche agire senza limiti di tempo, dimostrando che la separazione è simulata, ossia che i coniugi continuano a vivere insieme. L’azione, in questo caso, è denominata azione di simulazione. Tuttavia in tale ipotesi serve una prova più robusta: ossia che, nonostante la formale separazione, nella coppia non è cambiato nulla e che i coniugi continuano a vivere d’amore e d’accordo sotto lo stesso tetto (di solito il creditore si vale di un investigatore privato).

 

 

Quanto tempo prima separarsi per evitare il pignoramento?

In verità, per evitare il pignoramento è necessario che la separazione avvenga prima della nascita dell’obbligazione (ad esempio prima della conclusione del contratto da cui è poi derivato il debito), indipendentemente da quando insorge la morosità.

Peraltro non ha neanche senso presentare un’eventuale opposizione al decreto ingiuntivo notificato dal creditore per “allungare i tempi” e sperare che i cinque anni della revocatoria decorrano indisturbati. Difatti la legge consente al creditore di attivare la revocatoria quando c’è il potenziale rischio di un depauperamento dei beni del debitore, anche se il credito è controverso (ossia se è oggetto di accertamento del giudice).

Si può fare una separazione dei beni?

La scelta migliore per chi teme debiti è quindi intestare tutti i propri beni al coniuge con cui è sposato in regime di separazione dei beni. Difatti, dinanzi a un regime patrimoniale familiare di questo tipo, il coniuge non debitore non rischia alcun pignoramento e i beni sono al sicuro.

Non ha invece alcun senso fare la separazione dei beni quando il debito (o peggio la morosità) è già insorto, in quanto anche in tali ipotesi è possibile l’azione revocatoria.

Cosa si rischia se la separazione viene contestata?

In ogni caso, quand’anche il creditore eserciti l’azione revocatoria contro la separazione dei coniugi, la conseguenza sarà la pignorabilità dei beni intestati all’altro coniuge o ai figli. L’unico danno per il debitore è l’aver sopportato inutilmente le spese per la procedura. Peraltro, si tenga conto che l’intestazione della casa all’ex coniuge o ai figli nel giudizio di separazione o divorzio è completamente esentasse e chiaramente non necessita dell’atto notarile. Insomma, si tratta di un’operazione gratuita, fatti salvi solo i costi del giudizio e la parcella dell’avvocato.

A ciò si aggiungerà, poi, l’eventuale causa di revocatoria che il creditore potrebbe esperire e la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali.

Articolo precedente
Quando il ricatto sessuale è reato?
Articolo successivo
Pensione di reversibilità al coniuge superstite
Menu