Separazione: un solo episodio di violenza giustifica l’addebito? Cosa succede se un coniuge tira uno schiaffo o uno spintone all’altro?

Separazione: un solo episodio di violenza giustifica l’addebito?

 

Cosa succede se un coniuge tira uno schiaffo o uno spintone all’altro?

La Cassazione, con l’ordinanza n. 12662 depositata il 9 maggio 2024, ha ricordato che l’uso delle “mani” all’interno della coppia non è mai ammesso. Sicché, anche un solo episodio di violenza giustifica l’addebito nella separazione.

L’addebito è una conseguenza di carattere civilistico: esso implica solo la perdita del diritto al mantenimento e della qualità di erede. Non comporta un risarcimento, a meno che non vengano pregiudicati diritti costituzionali della vittima come l’onore e la reputazione (si pensi a uno schiaffo assestato in pubblico) o alla salute (si pensi a un violento pugno con prognosi di qualche giorno).

 

Questa considerazione ha implicazioni molto pratiche quando la condotta manesca è della moglie perché, se il marito dovesse subire uno schiaffo o un graffio, potrebbe evitare di pagarle il mantenimento a vita. Ma procediamo con ordine.

Indice

* Il rispetto tra coniugi

* Quando un episodio manesco comporta l’addebito

* Che succede se la moglie picchia il marito?

 

Il rispetto tra coniugi

Nel caso di specie, un uomo aveva tirato uno schiaffo alla moglie. Questa si era rivolta al Tribunale per chiedere la separazione con addebito. Il marito si era giustificato asserendo che la condotta non aveva lasciato alcuna ferita sulla donna e che, peraltro, era da considerarsi isolata: non vi erano mai stati infatti, in precedenza, altri episodi di violenza.

Ciò nonostante l’articolo 143 del Codice civile pone, tra i doveri dei coniugi, quello dell’assistenza morale e quindi del rispetto reciproco: rispetto che può essere calpestato anche in una singola situazione.

Peraltro la violenza che non comporta lesioni fisiche costituisce comunque un reato, quello di percosse, punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a 309 euro. È vero, si tratta di una fattispecie di minore gravità, archiviabile per la “particolare tenuità del fatto”. Ma resta comunque un illecito penale. E tanto basta, quantomeno ai fini civili, per parlare di una grave violazione dei doveri del matrimonio.

Inoltre, è bene precisare che laddove gli episodi di violenza dovessero ripetersi in più occasioni si passerebbe al più grave reato di maltrattamenti in famiglia per il quale, attesa l’abitualità della condotta, non è possibile chiedere il “perdono giudiziale” ai sensi dell’articolo 131-bis del cod. pen. (appunto la “particolare tenuità del fatto”).

Quando un episodio manesco comporta l’addebito

La Prima Sezione Civile ha precisato che, in caso di separazione, il Tribunale deve accertare se uno o entrambi i coniugi abbiano violato i doveri matrimoniali previsti dall’articolo 143 del Codice civile. In particolare, deve essere dimostrato che siano stati proprio tali comportamenti a determinare una situazione di intollerabilità della convivenza.

Il collegio giudicante ha sottolineato che anche reazioni impulsive che sfociano in violenze fisiche possono essere determinanti per l’addebito della separazione, considerando queste ultime come una causa di rottura dell’equilibrio relazionale e lesive della dignità personale. Tale vale anche se ci fosse stato un solo episodio di violenza, come stabilito dalla precedente sentenza della Cassazione n. 7388/2017.

Nel caso specifico, la Corte di merito ha riconosciuto l’esistenza di violenza fisica da parte del ricorrente verso l’ex moglie. I giudici hanno, peraltro, accertato che il rapporto coniugale si era interrotto proprio a causa di tale episodio manesco. La decisione è stata presa attraverso un’analisi delle prove che è stata giudicata logica e coerente, rendendo il ragionamento della Corte non contestabile.

Che succede se la moglie picchia il marito?

È fin troppo chiaro e scontato che la stessa decisione potrebbe avvenire a parti inverse: se infatti la moglie dovesse aggredire il marito, spintonarlo, graffiarlo, tirargli un calcio o un ceffone, anche lei subirebbe la separazione con addebito. Questo aspetto è di particolare interesse per molti uomini che, proprio a seguito di violente liti, sono costretti ad andare via di casa e poi a pagare il mantenimento. In tali ipotesi, infatti, se la donna dovesse alzare le mani contro l’uomo, indipendentemente da quanto male gli procuri, perderebbe per sempre gli alimenti.

Questa sentenza sottolinea l’importanza di considerare seriamente qualsiasi forma di violenza come un elemento potenzialmente decisivo nelle cause di separazione, riaffermando la necessità di proteggere la dignità e il benessere dei coniugi all’interno del matrimonio.

FONTE INTERNET

 

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