Quando il tradimento diventa reato?
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Il tradimento non è di per sé un reato in Italia, ma in alcuni casi può costituire fonte di risarcimento del danno. Analizziamo le ipotesi specifiche.
Un nostro lettore ci chiede espressamente quando il tradimento diventa reato. Premesso che l’infedeltà costituisce un illecito solo per le coppie sposate (o legate da unione civile) e non anche per quelle conviventi, essa può avere conseguenze solo sul piano civile, come l’addebito della separazione. In Italia dunque, il tradimento non è considerato un reato. Tuttavia, esistono alcune situazioni specifiche in cui l’adulterio (questo è il nome tecnico attribuito all’infedeltà coniugale) può assumere rilevanza ai fini del risarcimento del danno.
Cerchiamo dunque di comprendere cosa succede a chi tradisce e quali sono le conseguenze per lui.
Indice
* Il tradimento nel codice penale
* Conseguenze del tradimento
* Come ottenere il risarcimento
* Quando il tradimento diventa reato?
Il tradimento nel codice penale
Il codice penale non prevede più il reato di “tradimento”.
In passato, l’adulterio e il concubinato erano invece puniti rispettivamente dagli art. 559 e 560 del codice penale. Tali due norme sono state dichiate illegittime (e quindi eliminate definitivamente dal nostro ordinamento) ad opera della Corte Costituzionale con le sentenze n. 126/1968 e n. 147/1969.
È interessante notare che il tradimento del marito era già stato depenalizzato in precedenza, mentre quello della moglie è rimasto un reato fino appunto alla pronuncia del 1968, ritenendo più grave l’infedeltà di quest’ultima.
Questa disparità di trattamento derivava da una visione patriarcale della famiglia, in cui la donna era considerata subordinata al marito e la sua fedeltà era ritenuta essenziale per la tutela dell’onore e della prole. Su di lei infatti gravava l’onere di garantire l’unità domestica. Un uomo che tradisce torna sempre la sera in casa – si riteneva una volta – mentre se è la moglie ad avere l’amante la famiglia si sfalda per sempre.
La Corte Costituzionale, con due sentenze storiche, ha eliminato questa discriminazione:
* sentenza n. 126 del 19 dicembre 1968: dichiarò l’illegittimità costituzionale dell’art. 559 del Codice penale, nella parte in cui puniva l’adulterio della moglie, in quanto violava il principio di uguaglianza tra uomo e donna sancito dalla Costituzione (art. 3);
* sentenza n. 147 del 3 dicembre 1969: sancì l’illegittimità costituzionale dell’art. 560 del Codice Penale, laddove puniva il concubinato del marito, completando così la depenalizzazione dell’adulterio per entrambi i sessi.
Perché l’adulterio della moglie è stato eliminato dopo? Come detto, la ragione di questa differenza temporale risiede probabilmente nel contesto sociale e culturale dell’epoca. Nel 1968, la società italiana era ancora fortemente influenzata da una mentalità patriarcale, e la Corte Costituzionale ha dovuto affrontare resistenze e pregiudizi nel dichiarare l’illegittimità dell’art. 559 cod. pen.
Conseguenze del tradimento
Il tradimento, di per sé, non può mai diventare reato. Le sue conseguenze si limitano all’ambito civile e possono comportare l’addebito della separazione, con le seguenti conseguenze:
* perdita del diritto al mantenimento;
* perdita dei diritti successori.
Il tradimento non implica neanche il risarcimento del danno per la sofferenza e lo sfaldamento della famiglia. Ma questa regola è soggetta a un’eccezione. Secondo la Cassazione, dall’adulterio può derivare l’obbligo del risarcimento in favore del coniuge tradito quando la condotta infedele lede i diritti inviolabili della persona, come la salute, l’onore, la dignità o l’integrità psicofisica.
Non basta il semplice fatto dell’infedeltà a far scattare il risarcimento, ma è necessario che il tradimento sia stato commesso con modalità particolarmente lesive, tali da superare la soglia della normale tollerabilità e da provocare un danno ingiusto al coniuge tradito.
Esempi di condotte che possono dar luogo al risarcimento:
* tradimento conclamato e pubblico: quando il coniuge infedele rende manifesta, alla cerchia sociale in cui la coppia vive, la relazione extraconiugale, umiliando e offendendo il coniuge tradito davanti ad amici, parenti o colleghi;
* tradimento con persona vicina alla famiglia: se il tradimento avviene con un familiare, un amico o un collega del coniuge tradito, causando un ulteriore dolore e maggiore sofferenza;
* abbandono della casa coniugale: quando il coniuge infedele abbandona la casa coniugale per vivere con l’amante, lasciando il coniuge tradito in una situazione di difficoltà economica, privo dei mezzi di sussistenza (in questo caso scatta anche il reato di “violazione degli obblighi di assistenza familiare”);
* violenza o minacce: se il tradimento è accompagnato da maltrattamenti fisici o psicologici nei confronti del coniuge tradito, costringendolo a sopportare la situazione di infedeltà;
* diffusione di notizie false o offensive sul coniuge tradito, ledendo la sua reputazione e la sua dignità (in tale ipotesi può configurarsi anche il reato di diffamazione).
Come ottenere il risarcimento
Il coniuge tradito può chiedere il risarcimento del danno in sede civile, presentando un’apposita domanda al giudice. È necessario dimostrare il nesso di causalità tra il tradimento e il danno subito, fornendo prove concrete delle modalità lesive con cui si è consumato l’adulterio e delle conseguenze negative che ne sono derivate.
Il risarcimento può riguardare sia il danno patrimoniale (ad esempio, le spese mediche sostenute per curare una malattia provocata dallo stress del tradimento), sia il danno non patrimoniale (come il danno morale per la sofferenza subita, il danno biologico per le lesioni alla salute, il danno esistenziale per il peggioramento della qualità della vita).
Quando il tradimento diventa reato?
Se il tradimento non rappresenta un illecito penale, alcuni comportamenti associati ad esso possono integrare reati specifici:
* violazione degli obblighi di assistenza familiare (art. 570 c.p.): quando il coniuge infedele, a causa del tradimento, trascura i propri doveri di assistenza materiale e morale nei confronti del coniuge e dei figli, ad esempio, abbandonando la casa familiare e non contribuendo più al sostentamento economico della famiglia;
* maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.): se il tradimento è accompagnato da comportamenti violenti, vessatori o umilianti nei confronti del coniuge tradito;
* diffamazione (art. 595 c.p.): se il coniuge traditore diffonde la notizia del tradimento, offendendo la reputazione dell’altro coniuge.
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Il fondatore dell’agenzia Investigativa Idfox Srl e’ Max Maiellaro, con oltre 30 anni di esperienze investigative maturate nella Polizia di Stato, già diretto collaboratore del Conte Corrado AGUSTA, ex Presidente dell’omonimo Gruppo AGUSTA SpA, inoltre è stato responsabile dei servizi di sicurezza di una multinazionale, nonché presso multinazionali operanti in svariati settori quale metalmeccanici, chimica, oreficeria, tessile, alta moda, elettronica e grande distribuzione, ha sempre risolto brillantemente ogni problematica investigativa connessa a: infedeltà aziendale, ai beni, dai marchi e brevetti dalla concorrenza sleale e alla difesa intellettuale dei progetti, violazione del patto di non concorrenza, protezione know-how ed alla tutela delle persone e della famiglia, nonché referente abituale di imprenditori, manager, multinazionali e studi Legali su tutto il territorio Italiano ed anche Estero.
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