Quando decade il reato di stalking? Richiedi una consulenza Agenzia Investigativa IDFOX Milano  -Since 1991 – Costi, Prezzi, Tariffe.

Quando decade il reato di stalking? Richiedi una consulenza Agenzia Investigativa IDFOX Milano  -Since 1991 – Costi, Prezzi, Tariffe.

 

I casi in cui lo stalking non può essere punito: lo stato d’ira, l’esercizio di un diritto o l’adempimento di un dovere.

Lo stalking è un reato piuttosto grave, punito dall’articolo 612-bis del codice penale con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Tuttavia non sempre tale reato è punibile. La giurisprudenza ha individuato alcune ipotesi in cui è possibile ottenere l’assoluzione. Vediamo dunque quando decade lo stalking e come fare per ottenere l’assoluzione.

A tal fine illustreremo alcune delle pronunce più recenti della Cassazione, descrivendo anche i casi portati all’attenzione dei giudici come tipici esempi in cui gli atti persecutori non sono punibili. Ma procediamo con ordine.

Indice

* Quando si agisce per l’adempimento di un dovere o l’esercizio di un diritto

* Assenza di paura nella vittima

* Atteggiamento ambivalente della vittima

Quando si agisce per l’adempimento di un dovere o l’esercizio di un diritto

Un recente caso, analizzato dalla Cassazione con sentenza n. 19550/2024, ha visto imputata una madre che, per poter vedere il figlio, aveva iniziato a stalkerizzare l’ex marito e la suocera presso cui il bimbo viveva. La donna veniva così querelata, ma il procedimento penale si concludeva con la sua assoluzione. Difatti, secondo la Corte, non si può condannare un genitore che fa forti pressioni per esercitare il proprio diritto-dovere alle visite col figlio minorenne.

I giudici hanno escluso che le condotte della donna avessero contenuto persecutorio. Esse erano piuttosto rivendicazioni del proprio diritto a vedere il figlio e ad averlo con sé, che assumevano toni alterati a causa del rifiuto e dei pretesti che le venivano opposti anche quando già era stato regolamentato il diritto di visita della madre.

Assenza di paura nella vittima

Lo stalking si definisce un reato “a forma libera”. Ciò significa che è del tutto indifferente come la condotta si atteggi. L’importante è che ci sia una condotta reiterata nel tempo (si può anche tratta di un breve lasso di tempo) che, tramite minacce o molestie, generi nella vittima alternativamente una di queste tre conseguenze:

* un perdurante e grave stato di ansia o di paura;

* un fondato timore per l’incolumità propria o di un proprio caro;

* una modifica delle proprie abitudini di vita (evidentemente per evitare di venire a contatto con lo stalker).

Quando dunque nessuna di queste tre situazioni si verifica o viene dimostrata non si può parlare di stalking.

Si pensi al caso della vittima che continui a rispondere al telefono al suo aggressore, abbia con lui delle conversazioni o addirittura si dimostri accondiscendente. Un atteggiamento del genere difficilmente potrebbe essere compatibile con lo stato di ansia, di angoscia, di paura, né evidenzia un mutamento delle proprie consuetudini quotidiane.

Nella sentenza n. 9221/2016, la Cassazione ha assolto un uomo perché la presunta vittima, una ragazza, aveva risposto alle chiamate effettuate da questi, senza evitarle, spegnere il telefono o bloccare la numerazione. Inoltre aveva accettato di incontrare l’imputato per chiarirsi meglio. Un comportamento certo “poco coerente” con le accuse di atti persecutori.

Insomma, assumere un comportamento conciliante con lo stalker può impedire la condanna di questi.

Tuttavia tale interpretazione ha trovato successive e ripetute smentite. Difatti la vittima potrebbe parlare con il suo aggressore solo per cercare di abbonirlo e placarlo, non già per riallacciare i contatti. Ne è consapevole la Cassazione che, con sentenza n. 25495/2021, ha detto che, il fatto che la persona offesa non abbia inteso interrompere i contatti telefonici con lo stalker è un dato assolutamente neutro, nel senso che non dimostra affatto, sul piano logico, che la vittima non abbia sofferto i relativi pregiudizi.

Ed ancora, «il temporaneo ed episodico riavvicinamento della vittima al suo persecutore non interrompe l’abitualità del reato, né inficia la continuità delle condotte, quando sussista l’oggettiva e complessiva idoneità delle stesse a generare nella vittima un progressivo accumulo di disagio che degenera in uno stato di prostrazione psicologica» (Cass.sent. n. 17240/2020).

Atteggiamento ambivalente della vittima

La tenuta di un atteggiamento, per così dire, ambivalente da parte della vittima di stalking che abbia, in alcuni momenti, risposto ai messaggi ed alle telefonate del proprio persecutore, al fine di evitare che la condotta del predetto si aggravasse ovvero in virtù del forte legame che, nonostante tutto, la teneva legata all’ imputato, non comporta il venir meno della sua attendibilità né tantomeno della responsabilità penale per il reato di stalking da parte dell’imputato (C. App. Napoli, sent. n. 4603/2021). Tuttavia questi elementi devono essere attentamente valutati dal giudice perché potrebbero essere il termometro di una relazione – tra presunta vittima e reo – non del tutto conclusa.

Naturalmente, ogni caso può avere le sue particolarità. Ecco perché la fase istruttoria della causa penale è certamente molto delicata. Il Tribunale di Lecce (sent. n. 963/20219) ha detto che non rileva, quale giustificazione, la circostanza che la vittima risponda a tono alle offese ricevute tramite messaggi telefonici, dal momento che tali risposte costituiscono reazioni alle provocazioni, oltre che tecniche di auto-difesa verbale avvenute con mezzo mediato, quale il telefono, che in ogni caso non sono atte ad escludere temesse per la propria incolumità (la cui prova, nel caso di specie, è fornita dal cambiamento delle abitudini di vita), pur tentando in qualche modo di difendere la propria dignità mediante u mezzo mediato

 

Articolo precedente
Violenza sul lavoro: quando è reato? Richiedi una consulenza Agenzia Investigativa IDFOX Milano  -Since 1991 – Costi, Prezzi, Tariffe.
Articolo successivo
Patto di non concorrenza: l’oggetto deve essere limitato. Richiedi una consulenza Agenzia Investigativa IDFOX Milano  -Since 1991 – Costi, Prezzi, Tariffe
Menu