Quali azioni legali contro un vicino che perseguita?
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Molestie in condominio, quando scatta lo stalking condominiale.
Se un vicino di casa ti ha preso di mira, compiendo continui dispetti e molestie, puoi querelarlo. Difatti i giudici ritengono applicabile il reato di stalking anche in ambito condominiale. In questo articolo vedremo, più nel dettaglio, quali azioni legali intraprendere contro un vicino che perseguita. Ci soffermeremo cioè sulla specifica figura del cosiddetto “stalking condominiale” che, a ben vedere, non si differenzia – almeno in termini astratti – dalle altre forme di atti persecutori (ad esempio lo stalking sentimentale o sul lavoro).
Sebbene comunemente associato a contesti relazionali, lo stalking si manifesta con frequenza anche nei condomini. Qui, rancori, incomprensioni e intolleranze tra vicini possono degenerare in condotte persecutorie penalmente rilevanti. Ma procediamo con ordine e vediamo come difendersi da un vicino molesto che perseguita.
Indice
* Quando denunciare un vicino che mi perseguita?
* Entro quanto tempo denunciare il vicino che perseguita?
* Esempi di stalking condominiale
* Come dimostrare lo stalking condominiale?
* Ansia e cambiamento delle abitudini di vita? È stalking, non molestia
* Rifiuti, dispetti e furti di posta? Anche questi sono stalking condominiale
* Minacce ai vicini? Si rischia il carcere
* Molestie a sfondo razziale: è stalking aggravato
* Allontanamento dello stalker, anche se genitore
* Sporcare casa e cortile del vicino? È stalking
* Condannato per stalking? Può scattare il divieto di avvicinamento.
* Quando non c’è stalking
Quando denunciare un vicino che mi perseguita?
La querela per stalking presuppone la sussistenza delle condizioni indicate dall’articolo 612-bis del codice penale, ossia:
* una condotta “reiterata” minacciosa o molesta;
* la gravità della condotta. Essa deve essere tale da procurare nella vittima almeno uno di questi tre effetti: a) un perdurante e grave stato di ansia o di paura; b) un fondato timore per l’incolumità fisica propria o dei propri familiari; c) un cambiamento delle proprie abitudini di vita.
Abbiamo detto che un elemento essenziale del reato è la “reiterazione” dei comportamenti. In particolare, quanto al numero di minacce o molestie ripetute, ne bastano anche solo due o tre, se astrattamente idonee a sconvolgere la vittima inducendola ad alterare le proprie abitudini di vita (Trib. Taranto, sent. n. 202/2020). La Cassazione, in passato, ha ritenuto sussistere lo stalking in caso di tre telefonate, dal tono particolarmente minaccioso, fatte nel cuore della notte.
Entro quanto tempo denunciare il vicino che perseguita?
Il termine per sporgere la querela contro il vicino assillante e molesto è di 6 mesi che decorre dall’ultimo degli atti persecutori.
Dunque, entro tale termine la vittima può sporgere la querela:
* alla polizia;
* ai carabinieri;
* alla Procura della Repubblica.
Può farlo con o senza avvocato (sebbene l’assistenza del professionista sia sempre consigliabile).
Esempi di stalking condominiale
La Cassazione, già con la sentenza n. 26878/2016, ha affermato che si configura il reato di stalking quando il comportamento di un condomino diventa talmente esasperante da provocare nel vicino di casa, appunto, un perdurante e grave stato d’ansia e da spingerlo a cambiare le sue routine quotidiane (come cambiare strada pur di evitare il proprio “carnefice”).
Anche le cosiddette “minacce implicite”, ovvero comportamenti non apertamente ostili ma latamente intimidatori, possono rientrare nella categoria dello stalking condominiale.
Tale fenomeno può manifestarsi in diverse forme, anche attraverso comportamenti che, presi singolarmente, potrebbero sembrare di poco conto. Ad esempio, indirizzare il getto d’acqua della pompa verso l’abitazione del vicino danneggiandone la zanzariera, lanciare un uovo contro le sue finestre accompagnato da insulti (Trib. Milano, sent. n. 9221/2021), o ancora, disturbare con rumori molesti come il suono di una campana collegata al telefono o l’allarme attivato ogni mattina. Addirittura è stato applicato lo stalking anche al continuo abbaiare dei cani del vicino (leggi Quando il cane del vicino diventa stalking).
Inoltre, atti come lasciare l’auto con il motore acceso per ore sotto le finestre del vicino (Cassazione, sentenza 20473/2018), permettere al proprio cane di vagare liberamente per il palazzo con l’intento di infastidire (Cassazione, sentenza 31981/2019), passeggiare ripetutamente davanti all’abitazione altrui brandendo bastoni o danneggiandola (Cassazione, sentenza 57760/2017), lasciare nella cassetta delle lettere volantini di ogni tipo o lettere anonime minatorie, spostare lo zerbino o le piante, anche sostare davanti all’uscio di casa altrui per sentire ciò che avviene all’interno, sono tutti esempi di ulteriori condotte considerate stalking condominiale.
Un caso emblematico riguarda un vicino che, dopo aver praticato un foro nel soffitto, ha provocato un’esplosione al piano superiore utilizzando un tubo. La Cassazione ha confermato l’imputazione per stalking e l’applicazione della custodia cautelare in carcere.
Come dimostrare lo stalking condominiale?
È importante ricordare che tutte queste condotte possono essere documentate attraverso video e foto, utilizzabili come prove in un procedimento penale o civile (Cassazione, sentenza 12515/2020). Inoltre, nei confronti di chi commette stalking condominiale, può essere applicato il divieto di dimora nel Comune di residenza.
Ansia e cambiamento delle abitudini di vita? È stalking, non molestia
La Cassazione, con la sentenza n. 21006 del 28 maggio 2024, ha chiarito che se le azioni ripetute di una persona causano nella vittima uno stato di ansia persistente e la costringono a modificare le proprie abitudini di vita, non si può parlare di semplice “molestia”, ma di stalking. La differenza tra i due reati sta proprio nell’impatto psicologico sulla vittima: la molestia provoca solo fastidio, mentre lo stalking genera un vero e proprio turbamento che altera la quotidianità.
Rifiuti, dispetti e furti di posta? Anche questi sono stalking condominiale
Secondo la Suprema Corte (sentenza n. 3795 dell’1 febbraio 2021), azioni come gettare rifiuti nella buca delle lettere del vicino, spargere oggetti nel parcheggio condominiale e sottrarre la corrispondenza altrui, se protratte nel tempo, configurano il reato di stalking condominiale.
Minacce ai vicini? Si rischia il carcere
La Cassazione (sentenza n. 28340 del 28 giugno 2019) ha confermato la custodia cautelare in carcere per alcuni condomini che avevano minacciato pesantemente i vicini nelle aree comuni del condominio, incutendo in loro timore per la propria incolumità e quella dei familiari e costringendoli a cambiare abitudini di vita.
Molestie a sfondo razziale: è stalking aggravato
La Cassazione (sentenza n. 25756 del 18 giugno 2015) ha stabilito che molestare i vicini di casa con motivazioni razziali, al punto da costringerli a trasferirsi, configura il reato di stalking aggravato. L’aggravante scatta quando le azioni persecutorie sono motivate da un sentimento di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, evidente nel contesto in cui si verificano.
Allontanamento dello stalker, anche se genitore
In caso di stalking condominiale, il giudice può disporre l’allontanamento dello stalker dalla casa, anche se questo può limitare il suo diritto di visita ai figli (Cassazione, sentenza n. 15906 del 9 aprile 2014).
Sporcare casa e cortile del vicino? È stalking
Anche sporcare ripetutamente l’abitazione e il cortile del vicino con rifiuti, causandogli ansia e paura per la propria incolumità, al punto da costringerlo ad allontanarsi da casa, costituisce reato di stalking (Cassazione, sentenza n. 39933 del 26 settembre 2013).
Condannato per stalking? Può scattare il divieto di avvicinamento.
Se un condomino molesta e perseguita gli altri condomini con aggressioni verbali e minacce, cercando di imporre il proprio stile di vita, può essere allontanato dal condominio e gli può essere vietato di avvicinarsi ai vicini e ai loro familiari. In un caso specifico, il Tribunale di Padova (pronuncia n. 1222 del 15 febbraio 2013) ha imposto a un condomino stalker di stare ad almeno 500 metri dai vicini e di non comunicare con loro in alcun modo.
Quando non c’è stalking
La Corte di Cassazione (sentenza n. 42217 del 17 ottobre 2023) ha precisato che rivolgere occasionalmente insulti ai vicini e spruzzare disinfettante verso il loro balcone non costituisce stalking. Perché si configuri il reato di atti persecutori, le azioni devono essere ripetute nel tempo e avere un’intensità tale da causare un grave disagio nella vittima.
Fonte Internet
Molestie in condominio, quando scatta lo stalking condominiale.
Se un vicino di casa ti ha preso di mira, compiendo continui dispetti e molestie, puoi querelarlo. Difatti i giudici ritengono applicabile il reato di stalking anche in ambito condominiale. In questo articolo vedremo, più nel dettaglio, quali azioni legali intraprendere contro un vicino che perseguita. Ci soffermeremo cioè sulla specifica figura del cosiddetto “stalking condominiale” che, a ben vedere, non si differenzia – almeno in termini astratti – dalle altre forme di atti persecutori (ad esempio lo stalking sentimentale o sul lavoro).
Sebbene comunemente associato a contesti relazionali, lo stalking si manifesta con frequenza anche nei condomini. Qui, rancori, incomprensioni e intolleranze tra vicini possono degenerare in condotte persecutorie penalmente rilevanti. Ma procediamo con ordine e vediamo come difendersi da un vicino molesto che perseguita.
Indice
* Quando denunciare un vicino che mi perseguita?
* Entro quanto tempo denunciare il vicino che perseguita?
* Esempi di stalking condominiale
* Come dimostrare lo stalking condominiale?
* Ansia e cambiamento delle abitudini di vita? È stalking, non molestia
* Rifiuti, dispetti e furti di posta? Anche questi sono stalking condominiale
* Minacce ai vicini? Si rischia il carcere
* Molestie a sfondo razziale: è stalking aggravato
* Allontanamento dello stalker, anche se genitore
* Sporcare casa e cortile del vicino? È stalking
* Condannato per stalking? Può scattare il divieto di avvicinamento.
* Quando non c’è stalking
Quando denunciare un vicino che mi perseguita?
La querela per stalking presuppone la sussistenza delle condizioni indicate dall’articolo 612-bis del codice penale, ossia:
* una condotta “reiterata” minacciosa o molesta;
* la gravità della condotta. Essa deve essere tale da procurare nella vittima almeno uno di questi tre effetti: a) un perdurante e grave stato di ansia o di paura; b) un fondato timore per l’incolumità fisica propria o dei propri familiari; c) un cambiamento delle proprie abitudini di vita.
Abbiamo detto che un elemento essenziale del reato è la “reiterazione” dei comportamenti. In particolare, quanto al numero di minacce o molestie ripetute, ne bastano anche solo due o tre, se astrattamente idonee a sconvolgere la vittima inducendola ad alterare le proprie abitudini di vita (Trib. Taranto, sent. n. 202/2020). La Cassazione, in passato, ha ritenuto sussistere lo stalking in caso di tre telefonate, dal tono particolarmente minaccioso, fatte nel cuore della notte.
Entro quanto tempo denunciare il vicino che perseguita?
Il termine per sporgere la querela contro il vicino assillante e molesto è di 6 mesi che decorre dall’ultimo degli atti persecutori.
Dunque, entro tale termine la vittima può sporgere la querela:
* alla polizia;
* ai carabinieri;
* alla Procura della Repubblica.
Può farlo con o senza avvocato (sebbene l’assistenza del professionista sia sempre consigliabile).
Esempi di stalking condominiale
La Cassazione, già con la sentenza n. 26878/2016, ha affermato che si configura il reato di stalking quando il comportamento di un condomino diventa talmente esasperante da provocare nel vicino di casa, appunto, un perdurante e grave stato d’ansia e da spingerlo a cambiare le sue routine quotidiane (come cambiare strada pur di evitare il proprio “carnefice”).
Anche le cosiddette “minacce implicite”, ovvero comportamenti non apertamente ostili ma latamente intimidatori, possono rientrare nella categoria dello stalking condominiale.
Tale fenomeno può manifestarsi in diverse forme, anche attraverso comportamenti che, presi singolarmente, potrebbero sembrare di poco conto. Ad esempio, indirizzare il getto d’acqua della pompa verso l’abitazione del vicino danneggiandone la zanzariera, lanciare un uovo contro le sue finestre accompagnato da insulti (Trib. Milano, sent. n. 9221/2021), o ancora, disturbare con rumori molesti come il suono di una campana collegata al telefono o l’allarme attivato ogni mattina. Addirittura è stato applicato lo stalking anche al continuo abbaiare dei cani del vicino (leggi Quando il cane del vicino diventa stalking).
Inoltre, atti come lasciare l’auto con il motore acceso per ore sotto le finestre del vicino (Cassazione, sentenza 20473/2018), permettere al proprio cane di vagare liberamente per il palazzo con l’intento di infastidire (Cassazione, sentenza 31981/2019), passeggiare ripetutamente davanti all’abitazione altrui brandendo bastoni o danneggiandola (Cassazione, sentenza 57760/2017), lasciare nella cassetta delle lettere volantini di ogni tipo o lettere anonime minatorie, spostare lo zerbino o le piante, anche sostare davanti all’uscio di casa altrui per sentire ciò che avviene all’interno, sono tutti esempi di ulteriori condotte considerate stalking condominiale.
Un caso emblematico riguarda un vicino che, dopo aver praticato un foro nel soffitto, ha provocato un’esplosione al piano superiore utilizzando un tubo. La Cassazione ha confermato l’imputazione per stalking e l’applicazione della custodia cautelare in carcere.
Come dimostrare lo stalking condominiale?
È importante ricordare che tutte queste condotte possono essere documentate attraverso video e foto, utilizzabili come prove in un procedimento penale o civile (Cassazione, sentenza 12515/2020). Inoltre, nei confronti di chi commette stalking condominiale, può essere applicato il divieto di dimora nel Comune di residenza.
Ansia e cambiamento delle abitudini di vita? È stalking, non molestia
La Cassazione, con la sentenza n. 21006 del 28 maggio 2024, ha chiarito che se le azioni ripetute di una persona causano nella vittima uno stato di ansia persistente e la costringono a modificare le proprie abitudini di vita, non si può parlare di semplice “molestia”, ma di stalking. La differenza tra i due reati sta proprio nell’impatto psicologico sulla vittima: la molestia provoca solo fastidio, mentre lo stalking genera un vero e proprio turbamento che altera la quotidianità.
Rifiuti, dispetti e furti di posta? Anche questi sono stalking condominiale
Secondo la Suprema Corte (sentenza n. 3795 dell’1 febbraio 2021), azioni come gettare rifiuti nella buca delle lettere del vicino, spargere oggetti nel parcheggio condominiale e sottrarre la corrispondenza altrui, se protratte nel tempo, configurano il reato di stalking condominiale.
Minacce ai vicini? Si rischia il carcere
La Cassazione (sentenza n. 28340 del 28 giugno 2019) ha confermato la custodia cautelare in carcere per alcuni condomini che avevano minacciato pesantemente i vicini nelle aree comuni del condominio, incutendo in loro timore per la propria incolumità e quella dei familiari e costringendoli a cambiare abitudini di vita.
Molestie a sfondo razziale: è stalking aggravato
La Cassazione (sentenza n. 25756 del 18 giugno 2015) ha stabilito che molestare i vicini di casa con motivazioni razziali, al punto da costringerli a trasferirsi, configura il reato di stalking aggravato. L’aggravante scatta quando le azioni persecutorie sono motivate da un sentimento di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, evidente nel contesto in cui si verificano.
Allontanamento dello stalker, anche se genitore
In caso di stalking condominiale, il giudice può disporre l’allontanamento dello stalker dalla casa, anche se questo può limitare il suo diritto di visita ai figli (Cassazione, sentenza n. 15906 del 9 aprile 2014).
Sporcare casa e cortile del vicino? È stalking
Anche sporcare ripetutamente l’abitazione e il cortile del vicino con rifiuti, causandogli ansia e paura per la propria incolumità, al punto da costringerlo ad allontanarsi da casa, costituisce reato di stalking (Cassazione, sentenza n. 39933 del 26 settembre 2013).
Condannato per stalking? Può scattare il divieto di avvicinamento.
Se un condomino molesta e perseguita gli altri condomini con aggressioni verbali e minacce, cercando di imporre il proprio stile di vita, può essere allontanato dal condominio e gli può essere vietato di avvicinarsi ai vicini e ai loro familiari. In un caso specifico, il Tribunale di Padova (pronuncia n. 1222 del 15 febbraio 2013) ha imposto a un condomino stalker di stare ad almeno 500 metri dai vicini e di non comunicare con loro in alcun modo.
Quando non c’è stalking
La Corte di Cassazione (sentenza n. 42217 del 17 ottobre 2023) ha precisato che rivolgere occasionalmente insulti ai vicini e spruzzare disinfettante verso il loro balcone non costituisce stalking. Perché si configuri il reato di atti persecutori, le azioni devono essere ripetute nel tempo e avere un’intensità tale da causare un grave disagio nella vittima.
Fonte Internet