La Corte Ue frena sull’accesso ai tabulati per ritrovare lo smartphone rubato
No all’accesso indiscriminato ai tabulati telefonici e a tutti gli altri dati nelle mani delle Telco – come posizione, pagine internet visitate ecc. – per identificare gli autori di un reato che non sia di gravità tale da autorizzare una simile ingerenza nei diritti fondamentali della persona. Questo principio viene esteso dalla Corte Ue, sentenza della Corte nella causa C-178/22, anche ai casi in cui la legge italiana prevede espressamente tale accesso – e cioè per i reati puniti con una sanzione massima non inferiore ai tre anni – ma che in realtà non sono da considerarsi poi così “gravi”. Ebbene, in tutti questi casi, affermano i giudici di Lussemburgo, il giudice incaricato di autorizzare l’accesso ai tabulati per identificare gli autori di un reato deve poterlo rifiutare o limitare.
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