Investigatore privato_ violenza sessuale sulla moglie: Basta il bacio?

Nel rapporto di coniugio, la violenza sussiste quando manca il consenso e c’è coartazione, anche se le modalità non sono aggressive: talvolta, basta solo un bacio.

Sappiamo che si può commettere violenza sessuale anche nei confronti della propria moglie, ma i confini di ciò che è lecito e di ciò che diventa invasivo, aggressivo, brutale e dunque illecito non sono molto chiari quando si tratta del coniuge. Il fatto è che la violenza penalmente rilevante va ben al di là del rapporto sessuale costretto e preteso con la forza. Oggi più che mai è sbagliato dire che «l’amore non è bello se non è litigarello», e anzi sono definitivamente tramontati i tempi del maschio dominante, perché quando si passa dalle parole ai fatti e si compiono gesti dalla chiara valenza sessuale si commette reato, anche se ciò avviene nei confronti della propria consorte. E allora quando c’è violenza sessuale sulla moglie?

L’orientamento dei giudici su questo delicato tema è molto restrittivo: secondo le ultime sentenze basta solo un bacio, quando una donna è costretta a riceverlo senza il suo consenso. E questo vale, a maggior ragione, per la moglie. Non contano i motivi del gesto: è l’azione in sé ad assumere rilievo penale, purché sia stata consapevole e volontaria e abbia leso la sfera della libertà sessuale altrui. Ma, un momento: tra marito e moglie non sono sempre ammessi, e anche dovuti, i rapporti sessuali? Partiamo proprio da qui per affrontare l’argomento e arrivare a capire quando, come e perché si configura la violenza sessuale nei confronti della moglie.

 

Rapporti sessuali tra marito e moglie: sono dovuti?

Quando una coppia si sposa, tra i diritti e i doveri reciproci dei coniugi elencati dal Codice civile non è menzionato quello di avere rapporti sessuali, anche se alcuni commentatori lo fanno rientrare nel generico obbligo di «assistenza morale e materiale». Tantomeno la legge precisa la frequenza (giornaliera, settimanale, mensile) che tali rapporti dovrebbero avere e lascia che siano le coppie a decidere liberamente questi aspetti della loro vita intima.

La giurisprudenza ha colmato queste lacune ritenendo che il rifiuto ad avere rapporti sessuali tra coniugi è illecito quando è immotivato e protratto nel tempo sino a diventare sistematico, al punto che può giustificare la separazione coniugale con addebito nei confronti del coniuge “colpevole” di essersi sottratto fisicamente all’altro e di aver fatto così venir meno il legame di comunione affettiva che deve esistere in una coppia.

 

Si può costringere il coniuge ad avere un rapporto sessuale?

La costrizione ad avere rapporti non è mai ammessa, nemmeno quando avviene all’interno di una coppia sposata. Ogni coartazione, fisica o psicologica, lede la libertà di autodeterminazione di chi la subisce e così travalica, illecitamente, la sua mancanza di consenso ad avere un rapporto sessuale. Secondo la Corte di Cassazione, per configurare il reato di violenza sessuale basta la paura, indotta nella moglie con minacce o altre forme di intimidazione, sulle conseguenze che il suo rifiuto potrebbe avere.

Dunque, non c’è un diritto ad avere rapporti sessuali con il coniuge e, di conseguenza, i contatti fisici di natura sessuale con la moglie non possono essere in nessun caso imposti o pretesi con la forza. Deve esserci sempre il consenso della donna, che deve essere liberamente espresso e non può essere surrogato da un atteggiamento passivo e da una mancata resistenza dovuta al timore che le sue reazioni potrebbero provocare in un marito violento o irascibile.

 

Violenza sessuale sulla moglie: quali condotte sono reato?

Abbiamo constatato che il sesso tra coniugi non è obbligatorio ed, anzi, diventa reato quando manca il consenso del partner. Ora vediamo quali condotte integrano il reato di violenza sessuale. Lo faremo alla luce di una nuova sentenza della Corte di Cassazione che si è occupata del caso di un marito imputato di tale delitto per aver dato alla moglie un bacio in bocca ma – così si è difeso l’uomo – «senza violenze fisiche particolari né violenze verbali».

Va premesso che, secondo la giurisprudenza, in linea generale anche un semplice bacio può essere violenza sessuale, anche quando viene dato sulle labbra o sul collo (o addirittura sulla guancia) tenuto conto del contesto in cui si sono svolti i fatti e del modo in cui quel bacio è stato dato o carpito, cioè “rubato” in modo tale da comprimere la libertà sessuale di chi lo riceve. Non occorre, quindi, un rapporto sessuale completo, e tantomeno uno stupro, per integrare una violenza sessuale; basta un qualsiasi contatto volontario, anche nelle forme del toccamento, con una zona erogena del corpo altrui (come il palpeggiamento dei glutei), effettuato allo scopo di trarne un piacere sessuale.

 

Violenza sessuale sulla moglie: basta un bacio?

Nei rapporti tra marito e moglie questi criteri di valutazione adottati dai giudici non cambiano e, semmai, assumono una valenza ancor più rigorosa, data l’intensità dei contatti che la vita matrimoniale comporta. L’ultima sentenza della Cassazione di cui ti parlavamo poco fa ha affermato che la violenza sessuale può manifestarsi anche solo come «sopraffazione funzionale» e limitarsi alla pretesa di un solo bacio sulla bocca, senza mirare ad avere un rapporto completo con il partner. Ovviamente, per configurare il reato è necessario che nella donna manchi il consenso e, dunque, anche quell’unico bacio “imposto” sulle labbra le risulti sgradito e non voluto.

Così quel marito è stato condannato perché aveva ammesso di aver baciato sulla bocca la moglie «contro la sua volontà», e rendendosi conto che ella era stata «non consenziente». A quel punto, è franata la sua difesa, laddove sosteneva che ciò era avvenuto senza violenze: la Suprema Corte ha obiettato che «non occorre che la violenza sia di forma o veemenza particolare o, men che meno, brutale ed aggressiva»; la violenza che integra il reato sussiste quando è ravvisabile «la volontà di compiere un atto invasivo e lesivo della libertà sessuale della moglie». E in quel caso era emerso, dalle dichiarazioni della vittima, che l’uomo aveva «stretto il viso della moglie, bloccandola per imporle il bacio sulla bocca e, contemporaneamente, e, nonostante la resistenza oppostagli dalla donna, le ha impedito di sfuggire alla sua presa».

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