Investigatore Privato, Agenzia IDFOX Milano_Ucraina: Biden rischia di provocare guerra mondiale

I Paesi che affiancano la Russia contestano le accuse di genocidio rivolte dal presidente Usa a Putin. Ma anche Macron è critico per le eventuali conseguenze.

Il peso delle parole, la forza delle parole. Le accuse a Joe Biden di continuare a mettere il dito nella piaga si moltiplicano. E non solo tra chi, dichiaratamente o per omissione, fiancheggia la Russia nella guerra all’Ucraina. Anche all’interno dell’Unione europea c’è chi chiede al presidente degli Stati Uniti di moderare i toni e di non gettare sul fuoco altra benzina (con quello che costa).

Dopo essere stato il primo ad accusare la Russia di crimini di guerra, dopo aver bollato Vladimir Putin come «macellaio» che non può rimanere al potere, Biden ora alza di nuovo il tiro ed accusa il «dittatore» Putin di genocidio. Parola che indica il tentativo sistematico di eliminare uno specifico gruppo etnico, che finora gli esponenti dell’amministrazione americana si erano astenuti dal pronunciare.

Ed il commento del Presidente, pronunciato durante un discorso sull’aumento dei prezzi della benzina in Iowa, e poi ribadito ai giornalisti che chiedevano un chiarimento, sembra aver spiazzato anche gli alleati, se oggi Emmanuel Macron ha detto di voler essere prudente con i termini evitando una escalation delle parole. «È accertato – ha puntualizzato il presidente francese – che sono stati commessi crimini di guerra da parte dell’esercito russo», sottolineando che «genocidio, ha un significato». Totò direbbe nel suo volutamente storpiato italiano: «Parli come badi».

Secondo la definizione delle Nazioni Unite, costituiscono genocidio «atti commessi con l’intenzione di distruggere, totalmente o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso». Il termine è stato usato per la prima volta dall’avvocato polacco Raphäel Lemkin nel 1944 per descrivere l’Olocausto degli ebrei ed è stato poi codificato come crimine internazionale da una convenzione internazionale del 1948, firmata da 150 Paesi, guarda caso Russia compresa.

Nessuno, né all’Onu né da parte degli Usa, ha finora determinato che le brutalità commesse dai russi equivalgono a genocidio. Gli Stati Uniti hanno un processo per dichiarare casi di genocidio, che per esempio nelle scorse settimane ha portato il dipartimento di Stato a denunciare come genocidio la repressione dei Rohingya in Myanmar.

«Sulla base di quello che abbiamo visto finora, abbiamo visto atrocità», ha detto la scorsa settimana il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan. «Abbiamo visto crimini di guerra, ma non abbiamo visto un livello di eliminazione sistematica degli ucraini che arrivi a livello di genocidio».

Biden, però, non ha esitato ad usare questa parola: «I vostri bilanci familiari, la possibilità di fare il pieno, non dovrebbero dipendere dal fatto che un dittatore dichiari guerra e commetta genocidio dall’altra parte del mondo».

E ancora: «Lasciamo che gli esperti legali internazionali decidano se sia o non sia, ma a me pare sicuramente che lo sia. È sempre più chiaro che Putin stia cercando di cancellare l’idea di essere ucraini, le prove si accumulano, sempre più prove arrivano delle orribili cose che i russi hanno fatto in Ucraina».

Il problema è che le parole di Biden non solo lasciano perplessi Macron o altri leader europei ma anche – soprattutto – qualche Stato che affianca la Russia. È Il caso della Cina, che ha invitato il presidente americano a stare ben attento a come parla e a come si rivolge a Putin. Aumentare le tensioni – sostiene Pechino – non è proprio un’idea brillante in un momento così delicato. Perché il rischio di irrigidire le posizioni al punto di scatenare delle rappresaglie è molto concreto. Ci va di mezzo l’ipotesi di un conflitto internazionale, militare o economico che sia. Il che equivale ad una guerra mondiale.

Al fianco di Biden si schiera soltanto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: «Chiamare le cose con il loro nome è fondamentale per resistere al male. Siamo grati per l’assistenza fornita sinora dagli Usa e abbiamo bisogno con urgenza di più armi pesanti per evitare ulteriori atrocità russe».

 

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