Investigatore Privato, Agenzia IDFOX Milano_Separazione: come sapere quanto guadagna il coniuge

I modi per conoscere i redditi dell’ex: istanza di accesso agli atti dell’Agenzia delle Entrate, indagini patrimoniali, intervento della Guardia di Finanza

Sei in procinto di separarti e vorresti sapere quanto guadagna il tuo quasi ex marito. Nel corso degli anni lui, pur provvedendo alle necessità familiari, non ti ha mai detto nulla di preciso in proposito. Ovviamente la tua non è una semplice curiosità: queste informazioni ti servono nella prospettiva di chiedergli un congruo assegno di mantenimento. Il tuo avvocato, infatti, ti ha detto che l’importo che potresti ricevere è commisurato alle sue capacità economiche. Quindi bisogna conoscerne l’entità, e poterla dimostrare al giudice, anche smascherando comportamenti disonesti che il tuo ex potrebbe realizzare per pagare di meno rispetto al dovuto.

Così ti sei improvvisata investigatrice privata: hai frugato in casa, nei cassetti e sul computer ma non hai trovato nulla di utile al riguardo. In realtà non è questa la strada migliore: ci sono metodi molto più sicuri ed efficaci per scoprire redditi, patrimoni e conti in banca. Vediamo subito, quando si arriva alla separazione, come sapere quanto guadagna il coniuge. Scoprirai che si può fare legalmente e senza ledere la privacy dell’interessato. Ovviamente quanto diremo vale anche a parti ribaltate, cioè nel caso in cui sia il marito interessato a conoscere i redditi della moglie. In questo caso la parità tra i sessi funziona.

Accesso ai dati dell’Agenzia delle Entrate

La giurisprudenza ammette che chi ha in corso una causa di separazione possa avere legittimo accesso ai dati dell’Agenzia delle Entrate che riguardano il suo coniuge. Per ottenere queste informazioni non è necessaria l’autorizzazione del giudice: si può formulare direttamente una richiesta di accesso agli atti amministrativi, indirizzandola al competente ufficio dell’Agenzia delle Entrate, che è tenuto a rispondere, riscontrando l’istanza entro il termine di 30 giorni.

La privacy in questi casi non opera, perché le informazioni sono necessarie per far valere un proprio diritto in sede giudiziaria: in questo caso, quello relativo alla richiesta dell’assegno di mantenimento. L’istanza di accesso ai dati dell’Agenzia delle Entrate può essere presentata allo sportello o inviata tramite Pec (posta elettronica certificata) o lettera raccomandata.

Quali informazioni si possono ottenere dall’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate dispone, attraverso i numerosi archivi dell’Anagrafe Tributaria e delle banche dati ad essa connesse, di una grande quantità di informazioni fiscali, reddituali, patrimoniali e bancari relative a tutti i contribuenti italiani. In particolare, dalla consultazione è possibile ottenere:

– le dichiarazioni dei redditi presentate per ogni annualità;

– le certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta sui redditi di lavoro dipendente o autonomo corrisposti;

– le dichiarazioni relative ad altre imposte cui il soggetto è obbligato (come l’Iva e l’Irap per gli imprenditori);

– l’elenco degli atti registrati (ad esempio, le compravendite immobiliari);

– i contratti di locazione, affitto o comodato d’uso registrati (da cui si può evincere il canone percepito);

– l’intestazione di beni mobili registrati (autovetture, imbarcazioni, ecc.);

– i dati dei depositi e dei conti correnti bancari, estrapolati dall’archivio dei rapporti finanziari.

Cosa fare se l’Agenzia delle Entrate non fornisce i dati richiesti

Se l’Agenzia delle Entrate non risponde all’istanza di accesso documentale o se la respinge, il richiedente può rivolgersi al Tar (Tribunale amministrativo regionale) per far dichiarare l’illegittimità del silenzio o del rifiuto e ottenere un ordine di esibizione dei documenti richiesti.

È quanto accaduto in una recente vicenda decisa dal Tar Campania: una donna, in vista della separazione, aveva richiesto all’Agenzia delle Entrate le ultime tre dichiarazioni dei redditi del marito, le certificazioni dei sostituti d’imposta, l’elenco dei beni immobili di proprietà, gli atti registrati e le informazioni relative ai rapporti patrimoniali e bancari.

L’Ufficio era rimasto inerte e non aveva riscontrato l’istanza di accesso agli atti nei termini di legge. Così la donna ha impugnato questo silenzio, equivalente ad un rifiuto, ed il Tar ha ordinato all’Agenzia di rilasciare la documentazione richiesta, preoccupandosi di specificare che «ove essa in concreto non esista», l’Amministrazione finanziaria deve comunque rilasciare «una certificazione attestante tale circostanza».

Altri modi per conoscere i guadagni dell’ex coniuge

Una volta acclarato che il coniuge, mediante l’istanza di accesso agli atti, ha diritto di apprendere dall’Agenzia delle Entrate tutti i dati inerenti la posizione reddituale e patrimoniale dell’altro coniuge, resta da vedere cosa succede se vi sono redditi percepiti “in nero” o disponibilità finanziarie nascoste e che sono state occultate al Fisco.

In questi casi è possibile reperire le informazioni di interesse attraverso:

– presunzioni dimostrative dello stile di vita tenuto dall’ex coniuge: ad esempio, la disponibilità di un’abitazione di lusso o di autovetture costose (che richiedono notevoli spese per il mantenimento), viaggi e vacanze in posti esotici, pranzi e cene eleganti, ecc.; a tal fine valgono anche le foto pubblicate sui social, come Facebook ed Instagram; per ricostruire lo stile di vita si può anche ricorrere ad investigatori privati;

– indagini della Polizia tributaria: il giudice della separazione o del divorzio può disporle, su istanza di parte o anche d’ufficio, delegando la Guardia di Finanza ad eseguire gli opportuni controlli. Il rapporto delle Fiamme Gialle potrà far emergere redditi non dichiarati o altre disponibilità finanziarie che l’ex coniuge non aveva rivelato.

 

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