Istanza ex art. 335 c.p.p.: cos’è e a cosa serve? Cosa c’è scritto nel certificato dei carichi pendenti? Cosa si può fare quando si è indagati?
In questo preciso istante potresti essere indagato dalla Procura e non saperne nulla. È possibile? Certo: la legge stabilisce che le attività investigative dell’autorità giudiziaria sono coperte dal massimo riserbo. Soltanto se bisogna compiere atti ai quali deve necessariamente assisterti un avvocato, verrai avvisato delle indagini in corso. Insomma: se qualcuno ti denuncia, non è tuo diritto esserne informato. Giunto a questo punto, ti starai chiedendo: come sapere se sono indagato? Se sono indagato risulta nei carichi pendenti?
Per sapere se sei sotto indagine puoi fare una specifica istanza alla Procura della Repubblica; questa richiesta, però, non va confusa con i carichi pendenti, che sono un’altra cosa. Ma non voglio anticiparti troppo. Se l’argomento ti interessa e vuoi saperne di più, prosegui con la lettura, perché risponderemo insieme alla domanda posta nel titolo: se sono indagato risulta nei carichi pendenti? Vediamo.
La polizia deve avvisarmi se sono stato denunciato?
Come detto in apertura, nessuno deve avvertirti se sei stato denunciato: ciò accade perché le indagini delle autorità sono segrete.
È però possibile che ti siano notificati alcuni atti che rappresentano un importante campanello di allarme: uno di questi è l’invito ad eleggere domicilio per le future comunicazioni.
Quando invece la Procura deve compiere qualche atto investigativo per cui la legge prescrive la presenza necessaria dell’avvocato (l’interrogatorio, ad esempio), allora ti verrà notificato l’avviso di garanzia, in cui potrai leggere anche per quale reato sei indagato.
Come sapere se sono indagato?
Se non hai ricevuto alcun tipo di comunicazione da parte della polizia, per sapere se sei indagato devi fare un’istanza alla Procura della Repubblica, chiedendo espressamente di sapere se il tuo nominativo è iscritto all’interno del registro delle notizie di reato. Si tratta della ben nota “istanza ex art. 335 c.p.p.”, che puoi presentare anche personalmente senza l’ausilio di un avvocato. A seguito di questa richiesta, la Procura ti dirà se ci sono iscrizioni suscettibili di comunicazione, cioè se sei indagato o meno.
Carichi pendenti: risulta se sono indagato?
Eventuali indagini in corso non risultano dai cosiddetti “carichi pendenti”. Questo certificato, infatti, contiene solamente i processi per cui sei attualmente imputato, non anche le semplici indagini.
In pratica, il certificato dei carichi pendenti ti dice in quali giudizi sei imputato, ma nulla dice in merito a eventuali investigazioni in corso.
Nei carichi pendenti non sono dunque riportati i procedimenti definiti con sentenza irrevocabile, né quelli ancora nella fase delle indagini preliminari, ma solo i procedimenti per i quali è stata esercitata l’azione penale e non è intervenuta sentenza definitiva.
Per questa ragione, l’unico modo per sapere se sei indagato è di fare istanza ex art. 335 c.p.p. alla Procura della Repubblica.
Cosa posso fare se sono indagato?
Se a seguito di istanza in Procura o di avviso di garanzia scopri di essere indagato, non farti prendere dal panico: la prima cosa che devi fare è consultare un avvocato, il quale ti suggerirà quali sono i passi utili da compiere.
Devi sapere, però, che le indagini, fino a che non saranno concluse, sono coperte dal più assoluto riserbo: pertanto, non potrai chiedere di visionare il fascicolo del pubblico ministero, né tantomeno potrà farlo un avvocato per te.
A questo punto, visto che non puoi vedere i documenti che ci sono in Procura, probabilmente ti starai chiedendo: «A cosa serve sapere che sono indagato?». Sapere di essere sotto la lente degli inquirenti ti consente non solo di nominare un avvocato per consigliarti con lui, ma anche di compiere alcune attività importanti, come:
– depositare memorie difensive;
– chiedere di incontrare il pubblico ministero che segue le indagini per poterci parlare in maniera informale;
– incaricare il proprio avvocato di compiere investigazioni difensive, consistenti ad esempio nel raccogliere dichiarazioni di persone che hanno assistito ai fatti;
– riconciliarsi con la presunta persona offesa, magari offrendo anche un risarcimento, ottenendo così la remissione della querela e la conseguente estinzione del procedimento (se il reato non è procedibile d’ufficio);
– eleggere domicilio presso il proprio difensore, cosicché ogni comunicazione non giungerà più a casa tua. Questo ti consentirà di mantenere un certo riserbo con i vicini e i tuoi stessi familiari (nel caso in cui tu non voglia far sapere nulla), oltre che consentirti di spostarti senza temere che qualche notifica vada perduta.