Gli strumenti per difendersi dal coniuge che non corrisponde l’assegno.
Ti sei separata da tuo marito dopo dieci anni di matrimonio. Hai lottato tanto per ricucire il rapporto, soprattutto per il bene di vostro figlio. Lui, però, non vuole più saperne di te, anzi alcuni amici in comune ti hanno riferito di averlo già visto in compagnia di un’altra donna. Per giunta, non ti corrisponde più l’assegno da diversi mesi.
Ma cosa fare se l’ex non paga il mantenimento? Devi sapere che la legge prevede diversi strumenti di tutela sia in ambito civile che penale. Ad esempio, è possibile avviare il pignoramento dei beni, richiedere il ritiro del passaporto e perfino presentare una denuncia alle autorità per il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare. Se anche tu stai vivendo una situazione simile, allora ti invito a proseguire la lettura di questo articolo.
Quando si ha diritto al mantenimento?
Prima di scendere nel dettaglio ed analizzare gli strumenti di tutela previsti dalla legge, cerchiamo di capire insieme quando si ha diritto all’assegno di mantenimento.
In termini generali, il mantenimento non è altro che un contributo economico a cadenza periodica (solitamente mensile) riconosciuto durante la crisi del matrimonio:
- al coniuge economicamente più debole. Durante la fase della separazione, infatti, si è ancora sposati e non viene meno l’obbligo di assistenza materiale reciproca. Per avere diritto all’assegno, però, il beneficiario non deve aver subito l’addebito (cioè la colpa per la fine del matrimonio) e non deve avere redditi propri (pensa, ad esempio, alla moglie che non lavora);
- ai figli, indipendentemente dal fatto che siano nati da un rapporto coniugale o di convivenza. In ogni caso, l’obbligo scatta nei confronti del genitore affidatario non collocatario (ossia che non convive con la prole) e va determinato dal giudice tenendo conto dei redditi di entrambi i coniugi, delle esigenze del minore e del suo tenore di vita goduto prima della separazione. Tale misura perdura fino al raggiungimento di una indipendenza economica del figlio.
Cosa fare se l’ex non paga il mantenimento?
A questo punto, passiamo all’aspetto pratico e vediamo cosa fare se l’ex non paga il mantenimento.
Sul lato civile, il primo passo da compiere è quello di inviare una lettera di diffida al coniuge inadempiente, tramite raccomandata a/r o pec, avendo cura di indicare l’importo esatto, il termine entro il quale corrispondere gli arretrati (solitamente 15 giorni) e l’avviso che, in caso di mancato pagamento, si procederà per vie legali.
In assenza di riscontro, gli strumenti da esperire sono i seguenti:
- atto di precetto: il provvedimento del giudice con cui si riconosce il diritto all’assegno di mantenimento è un titolo esecutivo. In altre parole, è possibile notificare al coniuge inadempiente un’intimazione al pagamento di quanto dovuto. Se quest’ultimo fa orecchie da mercante e non rispetta i suoi doveri entro il termine di 10 giorni, allora si può procedere con il pignoramento dei beni mobili, immobili o presso terzi (ad esempio, si può pignorare lo stipendio o il conto corrente);
- sequestro: qualora vi sia fondato timore che il coniuge obbligato non abbia i mezzi necessari per corrispondere il mantenimento, si può chiedere al giudice di sequestrare una parte dei suoi beni mobili o immobili;
- ordine di pagamento diretto: in pratica, il giudice ordina al terzo (ad esempio, il datore di lavoro del coniuge) di versare l’importo direttamente al beneficiario (detraendo la somma necessaria dallo stipendio) nel limite previsto dalla legge. In caso contrario, il coniuge creditore può agire nei confronti del terzo per ottenere il pagamento dell’importo;
- ritiro del passaporto: per evitare che il coniuge inadempiente possa scappare all’estero e sottrarsi ai suoi doveri nei confronti dei figli;
- iscrizione di ipoteca giudiziale. In questo modo, il coniuge beneficiario avrà diritto a rivalersi sul ricavato della vendita dell’immobile nella misura corrispondente alle somme arretrate;
- richiesta di affidamento esclusivo dei figli minori se il genitore obbligato al mantenimento manifesti un totale disinteresse dal punto di vista affettivo ed economico.
Sul lato penale, invece, è possibile presentare una denuncia per il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare qualora il mancato versamento dell’assegno sia reiterato e volontario.
L’assegno di mantenimento è soggetto a revisione?
Da un’altra prospettiva, può capitare che il coniuge obbligato al mantenimento si trovi in serie difficoltà economiche al punto da non riuscire a corrispondere l’assegno. In casi del genere, l’unica soluzione possibile è quella di rivolgersi al giudice per chiedere una revisione del “quantum” cioè dell’importo.
Attenzione: la revisione è ammessa solamente qualora sopraggiungano circostanze serie, tali da giustificare una riduzione della somma stabilita in sede di separazione. Pensa, ad esempio, al marito che perde il lavoro o che mette al mondo un altro figlio. Per ottenere un provvedimento di revisione, però, è necessario dimostrare il peggioramento della propria condizione economica.