Intelligenza artificiale?- Non preoccupati- e’ come internet 40 anni fa.
Mille licenziati ogni giorno nelle aziende tecnologiche. Nuove assunzioni soprattutto nell’Ai L’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro nei colossi tecnologici è già evidente. Continuano i tagli cominciati dal 2023. Ma molte aziende assumono a ritmo sostenuto nei nuovi settori in crescita. Come l’Ai generativa 40 mila licenziamenti da inizio anno. Una media di mille al giorno nei primi due mesi del 2024. Tagli che riguardano colossi tecnologici e piccole startup. Da San Francisco a Tel Aviv. Ma che hanno un minimo comune denominatore: ridurre i costi per puntare sull’Intelligenza artificiale. Specie quella generativa. Capace di organizzare parte del lavoro, o scrivere e inviare email, o diventare a sua volta un asset per l’azienda. E così da inizio anno il ritmo dei tagli è fatto sempre più calzante. Cisco il 14 febbraio ha dichiarato 4.250 licenziamenti, il 5% della sua forza lavoro; PayPal 2.500; Microsoft 1.900; Sap 8.000; Bay e Google 1000; Amazon 440; Snapchat 500; Zoom 150. Numeri al momento di poco inferiori al ritmo dei primi due mesi dello scorso anno, quando in totale persero il lavoro nel tech 263 mila persone con un inizio anno da incubo caratterizzato dai licenziamenti di Meta, Amazon e Microsoft. Ma che fotografano un trend che continua. E che cela altri fenomeni. Altri assetti che la digital economy sta cercando.
La ricerca di nuovi assetti. Il focus sull’intelligenza artificiale
Questo solo per tenere conto delle aziende più note. Ma secondo Layoff, un portale che dal 2021 raccoglie tutti i licenziamenti fatti dalle tech company – quelli di cui perlomeno si è saputo qualcosa – sono circa 300 le aziende che da inizio gennaio a oggi hanno deciso di tagliare la propria forza lavoro. Il numero preciso dei licenziamenti è di 39.496 nel 2024, conta il portale usato spesso dai grandi giornali finanziari come bussola dell’andamento del mercato del lavoro nel tech. C’è un fenomeno in atto. Che affonda le sue radici nella pandemia da Covid-19, quando tutte le aziende tecnologiche hanno fatto incetta di nuovi dipendenti seguendo la promessa che i confinamenti avrebbero portato ad un trionfo del digitale sugli spazi fisici (Zoom, la piattaforma di video streaming, è diventata un’icona di questa rivoluzione). Promessa che dopo la pandemia è stata assai ridimensionata. E ora, scemata la bulimia da digitale, le aziende