Ex moglie disoccupata: quando non riceve il mantenimento? La donna senza lavoro ma giovane e che non dà prova di essersi occupata prevalentemente della famiglia non ha diritto ad essere mantenuta. Richiedi una consulenza Agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991.

Ex moglie disoccupata: quando non riceve il mantenimento? La donna senza lavoro ma giovane e che non dà prova di essersi occupata prevalentemente della famiglia non ha diritto ad essere mantenuta. Richiedi una consulenza Agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991.

La mancanza di uno stipendio non garantisce automaticamente il diritto a ricevere gli alimenti in caso di separazione o divorzio. La giurisprudenza ha definito diversi casi in cui l’ex moglie disoccupata non riceve l’assegno di mantenimento. Questi principi sono stati, chiaramente, sintetizzati in una recente sentenza del Tribunale di Napoli (n. 4804/2024).

In particolare, sono quattro le variabili che incidono sul diritto al mantenimento:

* la prova di aver sacrificato aspettative professionali e reddituali, scegliendo di dedicare esclusivamente o prevalentemente il proprio tempo alla famiglia;

* la giovane età e quindi le concrete capacità e possibilità occupazionali (in altri termini si tratta della “potenzialità reddituale”);

* le pregresse esperienze lavorative;

* la durata del matrimonio e dell’eventuale convivenza prematrimoniale.

Dunque l’ex moglie disoccupata non ha diritto al mantenimento quando:

* è giovane e quindi ha ancora la possibilità di trovare un lavoro;

* pur avendo dei figli non ha dato prova, nel corso della causa di separazione, di aver speso gran parte delle proprie energie per dedicarsi al ménage domestico e ai figli, così riducendo o azzerando il tempo da dedicare alla carriera;

* ha svolto, in passato, altre attività lavorative (basterebbe anche un posto in un semplice call center), così dimostrando di potersi inserire nel mercato del lavoro anche grazie alla pregressa esperienza;

* il suo matrimonio, tenuto anche conto della convivenza prematrimoniale, ha avuto una breve durata, tanto da non determinare in lei un’aspettativa di una stabilità economica.

Sono dunque questi i quattro elementi principali che possono determinare il giudice a negare gli alimenti alla donna che, al momento della separazione, è comunque disoccupata.

Nel caso specifico trattato dal Tribunale campano, il matrimonio fra le parti era durato soltanto cinque anni, mentre la moglie trentatreenne aveva concrete possibilità e capacità di lavoro, anche se fino ad allora aveva ricoperto attività non particolarmente qualificate.

Sulla sentenza, tuttavia, ha pesato soprattutto il fatto che la donna non avesse dimostrato di aver sacrificato aspettative professionali e reddituali durante il matrimonio. La Cassazione, infatti, ha più volte detto che l’assegno di mantenimento scatta solo se lo squilibrio economico-patrimoniale che segue al divorzio è dovuto al ruolo svolto dal coniuge esclusivamente o prevalentemente all’interno della famiglia e dal conseguente contributo fattivo alla formazione del patrimonio comune e a quello dell’altro coniuge.

Questo sta a significare, in termini pratici, che l’assegno di mantenimento non è più, come un tempo, uno strumento per riequilibrare le condizioni economiche dei due ex coniugi: esso serve principalmente a compensare chi dei due ha sacrificato il lavoro per dedicarsi alla casa.

Chi chiede gli alimenti deve quindi fornire la prova che la sua situazione di “non autosufficienza economica” non dipende da un proprio comportamento inerte.

Per maggiori approfondimenti sul tema leggi anche:

Come non pagare il mantenimento alla moglie

Quando l’ex coniuge non può pretendere il mantenimento

Fonte Internet

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