Come chiedere risarcimento danni per caduta? Investigatore Privato, Agenzia IDFOX -Since 1991- Richiedi una consulenza-www.idfox.it.
La guida per ottenere i danni in caso di buca stradale, avvallamento o tombino. Come fare causa al Comune.
Nel momento in cui si cade per strada a causa di un’asperità (una buca, un avvallamento, la grata di un tombino sporgente, ecc.), il risarcimento non è così automatico come potrebbe apparire. Difatti, nonostante l’omessa manutenzione del suolo da parte del Comune, quest’ultimo risponde solo di quelle insidie che non potevano essere evitate dall’infortunato. Scopo di questo articolo è spiegare come chiedere il risarcimento per danni da caduta e mettere in guardia il lettore da facili illusioni. Ma procediamo con ordine.
Indice
* Chi è responsabile per i danni da caduta per strada?
* Quando il Comune è responsabile?
* Come farsi risarcire dal Comune per la caduta su strada
* Cosa fare se si cade per strada?
* Come chiedere il risarcimento al Comune
* Quanto costa la causa di risarcimento?
Chi è responsabile per i danni da caduta per strada?
In linea generale, il responsabile per i danni provocati da una strada è l’amministrazione che ne è custode. Quindi, se si tratta di strada comunale è il Comune, se si tratta di strada regionale è la Regione e così via.
Tale responsabilità trova fondamento nell’articolo 2051 del Codice civile a norma del quale il proprietario o il custode del bene è responsabile di tutti i danni procurati dal bene stesso. E ciò a prescindere da qualsiasi colpa che questi possa avere per l’evento: basta la semplice relazione tra il soggetto (l’amministrazione) e la cosa (la strada).
Tuttavia, l’amministrazione può esonerarsi dalla responsabilità se dimostra che la caduta è avvenuta per caso fortuito. Tale è il fatto imprevedibile e inevitabile quale potrebbe essere:
* un avvallamento o una crepa creatasi da così poco tempo da non dare il tempo agli addetti ai lavori di transennare l’area;
* un comportamento imprudente del danneggiato: è il caso di chi cammina completamente distratto (magari perché ha gli occhi puntati sul cellulare), che corre nonostante lo stato di dissesto dell’asfalto e così via.
Quando il Comune è responsabile?
La giurisprudenza della Cassazione riconosce la responsabilità oggettiva del Comune tutte le volte in cui l’insidia stradale non è facilmente visibile. Ciò succede, ad esempio, quando la caduta avviene di notte o in strada scarsamente illuminata; oppure quando la situazione di pericolo non è facilmente visibile (ad esempio perché coperta da ghiaia, da foglie secche o perché così piccola e nascosta da non poter essere intravista). Pertanto, più è grande la buca e più improbabile sarà ottenere il risarcimento.
In passato si è fatto breccia un orientamento secondo il quale la caduta in strada nota alla vittima (come quella giornalmente percorsa uscendo di casa o per recarsi al lavoro) non consente di ottenere il risarcimento: difatti la presenza dell’insidia, in casi del genere, potrebbe essere ben nota all’infortunato, che ha quindi il dovere di prestare maggiore attenzione.
Questo orientamento però, più di recente, ha iniziato a vacillare (Cass. n. 12988/24).
Come farsi risarcire dal Comune per la caduta su strada
Se anche è vero che il Comune si presume responsabile (ai sensi dell’articolo 2051 del Codice civile), a meno che non fornisca la prova del caso fortuito, l’onere della prova iniziale spetta sempre al danneggiato. Sicché, questi deve dimostrare:
* la presenza dell’insidia stradale non facilmente visibile;
* la caduta;
* il cosiddetto “nesso di causalità” ossia il rapporto di causa-effetto tra la caduta e l’insidia stradale. Detto in parole ancora più semplici, il danneggiato deve fornire la prova che la caduta è stata determinata dal cattivo stato di manutenzione della strada e non da altri fattori (come potrebbe essere un laccio della scarpa slacciato o uno spintone di un passante);
* tutti i danni subiti: danni patrimoniali (come le spese sopportate, la riduzione del fatturato o dei guadagni a causa dell’infortunio), i danni biologici (ossia l’entità delle lesioni) e i danni morali (liquidati questi in via equitativa, sulla base della gravità delle lesioni e del tempo di convalescenza).
Le prove possono essere costituite da documentazione fotografica, eventuale verbale della polizia accorsa, i certificati medici e gli scontrini delle spese sostenute.
Tuttavia, per dimostrare il nesso di causalità non c’è altro modo che procurarsi la testimonianza di una persona presente al momento del sinistro, che possa affermare di aver visto la vittima cadere proprio a causa della buca o di qualsiasi altra insidia stradale.
Cosa fare se si cade per strada?
Nel momento in cui si cade per strada sarà quindi bene:
* fare una fotografia dei luoghi;
* chiedere le generalità di tutti i presenti per poterli poi indicare come testimoni;
* farsi trasportare immediatamente al pronto soccorso e conservare il certificato medico;
* presentarsi a visita dal medico allo scadere della prognosi indicata nel certificato di pronto soccorso, eventualmente chiedendo un’estensione della degenza (più giorni sono necessari per guarire, maggiore sarà il risarcimento);
* conservare tutte le ricevute delle spese mediche e degli esami diagnostici;
* contattare un avvocato affinché avvii la pratica di risarcimento dei danni nei confronti del Comune.
Come chiedere il risarcimento al Comune
L’iter per la richiesta di risarcimento può essere particolarmente lungo e complesso:
* si dovrà innanzitutto inviare una diffida con PEC o raccomandata all’amministrazione titolare della strada (ad esempio il Comune);
* nella diffida bisognerà indicare il luogo, il tempo e le modalità della caduta, allegando le fotografie e le eventuali dichiarazioni testimoniali rese per iscritto dai presenti, con allegata la copia di un documento d’identità. Inoltre bisognerà accludere copia del referto del pronto soccorso con la prognosi;
* occorrerà mettersi a disposizione del Comune per una perizia medico legale. Il danneggiato potrebbe anche procurarsi da sé tale perizia, esibendola al Comune al fine di quantificare il danno.
I Comuni non sono molto solerti nel riscontrare le richieste di risarcimento del danno. Tuttavia, la diffida interrompe il termine di prescrizione che è di 5 anni e lo fa decorrere nuovamente da capo.
Se il Comune non dovesse rispondere entro un termine ragionevole (mediamente tra i 30 e i 60 giorni), bisognerà incaricare un avvocato per una causa civile che chiami l’amministrazione locale a rispondere dei danni.
Il giudizio richiede al danneggiato di anticipare le spese legali, salvo rientri nei limiti del gratuito patrocinio.
Se il giudice condannerà l’ente, quest’ultimo dovrà rifondere alla vittima anche le spese processuali sostenute, comprese le consulenze.
Quanto costa la causa di risarcimento?
La causa di risarcimento richiede delle spese vive per il cosiddetto “contributo unificato” (la tassa sulla giustizia), che variano in base alla somma richiesta a titolo di risarcimento.
Ad esempio, per un risarcimento di 20mila euro il contributo unificato è di 237 euro. A ciò si aggiungeranno spese secondarie come bolli e diritti di cancelleria per le notifiche.
La spesa principale è data dalla parcella dell’avvocato che, di norma, è anch’essa proporzionata al valore della controversia, ma non è mai inferiore a 1.000 euro. Il legale potrebbe anche accontentarsi di un pagamento a risultato, con percentuale determinata sul valore della domanda (e non della somma poi effettivamente riscossa: accordo quest’ultimo che sarebbe nullo).