Servizi per studi legali, Indagini Difensive Penali, Le investigazioni difensive possono essere compiute sia quando le indagini sono già avviate da parte del PM sia in via preventiva. Legge n. 397 del 2000 e art. 327 bis c.p.p. Investigazioni,Indagini difensive a favore della difesa. Il Tuo Caso è Urgente e Vuoi un Parere Esperto? Scegli l’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991. Chiama 02344223
Servizi per studi legali, Indagini Difensive Penali, Le investigazioni difensive possono essere compiute sia quando le indagini sono già avviate da parte del PM sia in via preventiva. Legge n. 397 del 2000 e art. 327 bis c.p.p. Investigazioni,Indagini difensive a favore della difesa. Il Tuo Caso è Urgente e Vuoi un Parere Esperto? Scegli l’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991. Chiama 02344223 Investigazioni Informatiche Forensi, Indagini Informatiche, Computer Forensic, Recupero Dati, Perizie Giurate, Indagini Difensive. Recupero di tutti i dati da computer, smartphone: WhatsApp, chat, foto, sms ecc Indagini Informatiche Chiama 02344223 Organizzazione Internazionale Leader nella tecnologia piu’ avanzata Detective Informatico> Temi che qualcuno possa spiarti utilizzando un’applicazione nascosta nel tuo telefonino? Vuoi sapere come potrebbe farlo praticamente? E con quali app? Beh, non ti resta che continuare a leggere… IDFOX Agenzia Leader! Specializzati nell’estrazione dallo smartphone tutti i dati delle app: chat, WhatsApp, sms, mms, geo wireless, tag immagini e relativi metadati, note, di device, , tablet, navigatori, satellitari, droni e molti altri supporti tecnologici con recupero anche di dati cancellati, nonché estrazioni da quasi tutte le App social e molto altro. CHI SIAMO: Il titolare dell’agenzia IDFOX ®,S.r.l. è la Dott.ssa Margherita Maiellaro. La responsabile ha un’esperienza pluriennale nel campo ed ha conseguito una laurea in Giurisprudenza con diritto internazionale presso l’Università Luigi Bocconi. Da anni si occupa dei rapporti con clienti internazionali ed istituzionali, operanti in svariati settori, quali: informatica; assicurazioni; istituti finanziari; alta moda; infedeltà aziendale; marchi e brevetti; concorrenza sleale; violazione del patto di non concorrenza; tutela delle persone e della famiglia. Il fondatore dell’agenzia Investigativa Idfox Srl e’ Max Maiellaro, con oltre 30 anni di esperienze investigative maturate nella Polizia di Stato, già diretto collaboratore del Conte Corrado AGUSTA, ex Presidente dell’omonimo Gruppo AGUSTA SpA, inoltre è stato responsabile dei servizi di sicurezza di una multinazionale, nonché presso multinazionali operanti in svariati settori quale metalmeccanici, chimica, oreficeria, tessile, alta moda, elettronica e grande distribuzione, ha sempre risolto brillantemente ogni problematica investigativa connessa a: infedeltà aziendale, ai beni, dai marchi e brevetti dalla concorrenza sleale e alla difesa intellettuale dei progetti, violazione del patto di non concorrenza, protezione know-how ed alla tutela delle persone e della famiglia, nonché referente abituale di imprenditori, manager, multinazionali e studi Legali su tutto il territorio Italiano ed anche Estero. Questa è la storia dell’agenzia IDFOX ® International Detectives Agency , ed è il motivo per il quale i nostri clienti ci apprezzano per i risultati e per la riservatezza. Chiamaci per richiedere una consulenza gratuita oppure un preventivo (Siamo a 300 MT STAZIONE CENTRALE – 50 MT MM GIALLA USCITA REPUBBLICA/PISANI P.IVA 09741640966) Agenzia Investigativa IDFOX ® ® Via Luigi Razza 4 – 20124 – Milano Telef. +39 02-344223 (r.a.) www.idfox.it – mail: max@idfox.it About us: IDFOX SRL ® Via Luigi Razza, 4 – 20124 Milano Tel. +39 02344223 (r.a.) – +39026696454 www.idfox.it mail: max@idfox.it Risultati Garantiti Massima Riservatezza e Professionalità. COSA FACCIAMO!!! Tutti, ma proprio tutti, sono in grado di spiare un’altra persona sfruttando le cosiddette app-spia: applicazioni che consentono di spalancare una porta verso quel mare d’informazioni contenute nel tuo smartphone. E non solo: sono in grado di inviare al “malintenzionato” di turno le registrazioni in tempo reale delle tue chiamate, gli SMS ricevuti, le foto salvate, i contenuti delle chat e così via. Vuoi capire come sia possibile tutto ciò? O meglio, con quali app sia possibile farlo e scoprire, quindi, come faccia tua moglie, il tuo ex, il tuo datore di lavoro o un collega geloso a spiarti? Bene, questa guida è quello che fa per te: in questo approfondimento abbiamo infatti raggruppato 5 app per spiare uno smartphone tra le più utilizzate da hacker malintenzionati ma anche da investigatori privati. Ma prima di andare avanti e presentartele una ad una è necessaria una premessa. E, com’è facile immaginare, riguarda la privacy, ovvero la tutela dei dati personali: un diritto sacrosanto di chiunque, tutelato dalla legge, che non va scalfito per nessun motivo, a meno che non ci si trovi di fronte a casi particolari, non si abbia il consenso dello spiato o tu sia un genitore che intende controllare il figlio minorenne. A tal proposito è importante ricordare che spiare uno smartphone altrui senza il permesso della persona interessata costituisce un reato. In merito consigliamo anche la lettura di un altro nostro articolo “Si può spiare il coniuge se ti tradisce?”.Le persone e le imprese sono sempre più a rischio di spionaggio informatico, intrusioni informatiche, perdita di dati, fuga di notizie, truffe informatiche, delitti informatici e condotte illecite ed abusive: Noi siamo in grado di svolgere investigazioni informatiche e proporre soluzioni operative di sicurezza. Tutte le indagini informatiche sono certificate ed al termine delle investigazioni informatiche verrà rilasciata una dettagliata relazione tecnica per eventuale uso Legale. L’agenzia IDFOX SRL è all’avanguardia nel settore delle indagini informatiche, con servizi destinati alle aziende, studi Legali, professionisti e privati. Le nostre investigazioni informatiche sono mirate e personalizzate e ottengono risultati eccellenti con letture forensi certificate, riproducibili anche in sede legale. Hai cancellato involontariamente dei dati: sms, mail, computer o necessiti il recupero di dati cancellati da terzi? Oppure necessiti delle investigazioni informatiche? Nella moderna elettronica non è raro che malintenzionati installino sui nostri dispositivi mobili malware e software spia, che consentono loro di captare dati ed informazioni riservate, come ad esempio: – documenti, foto, video; – messaggi inviati e ricevuti su varie applicazioni o computer o tablet – registro chiamate con la possibilità di bloccare il traffico in uscita e in entrata; – posizione GPS; – password; – attivazione del microfono e della fotocamera. Ricordate che l’installazione di malware e software spia può avvenire anche da remoto: ad esempio il malintenzionato, dopo aver individuato le nostre abitudini e i nostri interessi, ci invia un messaggio con un link cliccando sul quale si installa il software. Se sospetti di avere il cellulare sotto controllo, chiamaci per una consulenza. Richiedi un
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Investigatore privato, cosa fa? prezzo e preventivi. Richiedi una consulenza all’agenzia investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991, tel.+3902344223. Come si fa a diventare investigatore privato?
Investigatore privato, cosa fa? prezzo e preventivi. Richiedi una consulenza all’agenzia investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991, tel.+3902344223. Come si fa a diventare investigatore privato? Fino al 2010 era sufficiente dimostrare una capacità tecnico-professionale che era di valutazione discrezionale del Prefetto. Canonicamente si definiva in almeno 2 anni di collaborazione ma non era scritto in alcuna Legge o Circolare. * Come si fa ad aprire una agenzia investigativa? * Per aprire una agenzia investigativa, oltre ai requisiti personali del titolare (si rimanda alla domanda “come si fa a diventare investigatore privato?”) è necessario presentare una istanza alla Prefettura presso la quale si intende stabilire la sede dell’agenzia investigativa. L’istanza alla prefettura, in base a quanto disposto dall’Allegato H del D.M. 269/2010, deve contenere un progetto organizzativo, predisposto dal soggetto che fa domanda di licenza, che ne diventa parte integrante. Il progetto organizzativo deve illustrare dettagliatamente: – il luogo ove l’imprenditore intende stabilire la sede principale (intesa come il luogo in cui hanno concreto svolgimento le attività amministrative e di direzione dell’attività e dove si espletano gli adempimenti di cui all’art 135 TULPS e 260 del Regolamento d’esecuzione, in particolare la tenuta del registro delle operazioni, anche su supporto elettronico non modificabile) e le eventuali sedi secondarie (intese come il luogo in cui si svolga attività operativa e si espletano gli adempimenti di cui all’art. 260, co.2), con descrizione delle sedi stesse; le sedi dell’attività non possono essere attivate presso il domicilio del titolare della licenza né in locali nei quali insistano studi legali; – i requisiti dell’impresa (forma societaria, denominazione sociale, rappresentanti legali, etc.) e del richiedente la licenza; – la tipologia dei servizi che intende svolgere; – il personale che intende eventualmente impiegare, distinguendo tra: investigatori/informatori commerciali autorizzati dipendenti (con richiesta di mini licenza) e collaboratori dipendenti, specificando per questi ultimi la tipologia contrattuale (intermittente, part time o full time, a tempo determinato o indeterminato); – la disponibilità economica-finanziaria per la realizzazione del progetto e per l’assolvimento degli oneri di legge (ad es. prestazione della cauzione); – la dotazione di tecnologie e attrezzature per lo svolgimento dei servizi (server, computer, fax, software, sistemi di sicurezza informatica, impianto antifurto e videosorveglianza). * Come si fa ad aprire una agenzia investigativa? * Ci sono limiti territoriali alla licenza? * Il D.M. 269/2010 ha stabilito che l’investigatore privato può raccogliere elementi di prova e svolgere l’attività per la quale è autorizzato su tutto il territorio nazionale. Prima dell’entrata in vigore del citato D.M. si sono susseguite alcune circolari ministeriali circa la territorialità della licenza. In una prima interpretazione, molto restrittiva del TULPS, l’investigatore era limitato ad operare solo nel territorio della provincia nella quale era autorizzato. uo’ fare un investigatore privato Cosa può fare un investigatore privato? Il DM 269/2010 all’art. 5 definisce 7 macroaree di intervento dell’investigatore privato suddividendole in ambiti di attività d’indagine: * Attività di indagine in ambito privato; volta alla ricerca ed alla individuazione di informazioni richieste dal privato cittadino, anche per la tutela di un diritto in sede di giudiziaria, che possono riguardare, tra l’altro, gli ambiti famigliari, matrimoniali, patrimoniali, ricerca di persone scomparse; * Attività di indagine in ambito aziendale; volta a risolvere questioni afferenti la propria attività aziendale, richiesta anche per la tutela di un diritto in sede giudiziaria, che possono riguardare, tra l’altro: azioni illecite da parte del prestatore di lavoro, infedeltà professionale, tutela del patrimonio scientifico e tecnologico, tutela di marchi e brevetti, concorrenza sleale, contraffazione di prodotti; * Attività di indagine in ambito commerciale; volta all’individuazione ed all’accertamento delle cause che determinano, anche a livello contabile, gli ammanchi e le differenze inventariali nel settore commerciale, anche mediante la raccolta di informazioni reperite direttamente presso i locali del committente; * Attività di indagine in ambito assicurativo; in materia di dinamica dei sinistri, responsabilità professionale, risarcimenti sul lavoro, contrasto dei tentativi di frode in danno delle società di assicurazioni; * Attività d’ indagine difensiva; volta all’individuazione di elementi probatori da far valere nell’ambito del processo penale; * Attività previste da leggi speciali o decreti ministeriali, caratterizzate dalla presenza stabile di personale dipendente presso i locali del committente. In questa attività rientrano i titolari di licenza e datori di lavoro degli Addetti ai Servizi di Controllo, operatori della sicurezza che si occupano dell’incolumità dei partecipanti ad eventi di pubblico intrattenimento; * Attività di Informazioni Commerciali. * uò l’investigatore privato registrare una conversazione ascoltata in luogo pubblico o aperto al pubblico, per esempio al bar o al ristorante, udibile a tutti i presenti? * SI. L’investigatore può registrare qualsiasi conversazione ascoltata in un luogo pubblico o aperto al pubblico, udibile da chiunque con un normale udito. Non è invece possibile registrare o ascoltare una conversazione ascoltata attraverso sistemi tecnologici che superano l’udito dell’orecchio umano, come ad esempio microfoni a distanza, effettuata in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ma che presenti hanno intenzione di tutelare appartandosi in modo da non essere udita da estranei (ad esempio portandosi in un punto di un parco pubblico isolato e lontano da persone), incorrendo nel delitto di interferenze illecite nella vita privata Il delitto di interferenze illecite nella vita privata, Art 615 Bis c.p. vieta l’uso di qualunque mezzo di riproduzione visiva o sonora (cioè di qualsivoglia strumento in grado di scattare una fotografia, registrare un video o una conversazione vocale, basti pensare a cosa possono fare gli odierni cellulari), volto ad ottenere indebitamente immagini e/o notizie di terzi nei luoghi di “privata dimora”. Secondo la formulazione letterale della norma, è tutelato il diritto alla riservatezza dell’interessato nei luoghi di “privata dimora”: sono quindi pacificamente esclusi i luoghi pubblici (strade, piazze, ecc.) e anche quelli aperti al pubblico come i ristoranti, i pubblici uffici, i bar o i negozi. Cosa debba intendersi per “privata dimora” lo ha chiarito nel tempo l’interpretazione giurisprudenziale, che oggi identifica un luogo di privata dimora come ogni luogo ove l’interessato esplichi, anche solo temporaneamente, la propria sfera intima e privata. In altre parole, ogni luogo ove egli goda di uno ius excludendi nei confronti
Attenti alle truffe romantiche: cosa sono e come difendersi o romance scam. Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa Leader IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223
Attenti alle truffe romantiche: cosa sono e come difendersi o romance scam. Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa Leader IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223 La truffa romantica o romance scam è quel genere di raggiro che punta ad estorcere denaro a chi crede di aver trovato l’amore sui social network. IDFOX Investigazioni dal 1991- Tel. +3902344223. Come capire se una persona vicina è finita nelle mani di una truffa romantica? Investigazioni su falsi profili social e truffe romantiche? Come scoprile? Innanzitutto rivolgersi ad un ‘agenzia investigativa specializzata nello smascherare i truffatori. L’Agenzia IDFOX e’ specializzata da oltre 30 anni a smascherare i truffatori sia in ambito civile che penale. L’indagine deriva dall’analisi di dati ufficiali del tipo una visura anagrafica presso il Comune di residenza o un certificato di residenza e di dati ufficiosi che comprendono anche ricerche in loco. Il servizio di Rintraccio del truffatore è attivo su tutto il territorio Nazionale e in oltre 170 Paesi nel mondo e permette di ottenere precise indicazioni sulla reperibilità di un soggetto, inclusi i dettagli di eventuali recapiti telefonici intestati o vari falsi profili e indicazioni utili per smascherare i truffatori ed al termine delle indagini verra’ rilasciato un dettagliato report per eventuale uso legale. HAI IL SOSPETTO DI ESSERE VITTIMA DI UNA TRUFFA ROMANTICA? Prenota una consulenza via mail a max@idfox.it oppure Tel.+3902344223 iamo in via Luigi Razza 4 – 20124 Milano – a due passi dalla stazione Centrale. Truffa Romantica- Stando ai dati della Polizia Postale relativi al 2021 il fenomeno avrebbe infatti registrato un incremento del 118% rispetto all’anno precedente, per un totale di 4,5 milioni di euro sottratti alle vittime solo in Italia. Non ultimo, una delle ultime vittime e tale Gianfranco Bonzi, l’uomo morto dopo la truffa della finta Dua Lipa: l’autorità giudiziaria si indaga per istigazione al suicidio. Cosa sono e come funzionano le romance scam? Prima di addentrarci nei meccanismi di funzionamento di queste truffe è necessario fare una premessa sui soggetti che diventano il bersaglio tipo dei truffatori. Il profilo della vittima è generalmente quello di una persona che vive da sola e che ha alle spalle una relazione sentimentale o coniugale finita male. la popolazione femminile sembra essere più propensa a cadere nel tranello ma non sono rari i casi di uomini che si sono fatti raggirare da truffatori che si presentavano come giovani e avvenenti attrice, modelle straniere o donne facoltose. Il truffatore realizzata un profilo fake sui social network rubando foto in rete e curando al massimo i dettagli dello stesso per renderlo più veritiero e, una volta contattata la vittima, inizia a chattarci con il proposito di creare una relazione amichevole, ma soprattutto di generare nella vittima una dipendenza emotivo-affettiva. Per esperienza sono tutti soggetti molto scaltri , si spacciando per militari americani, coinvolti in guerre oppure professionisti di vario genere impegnati h24 per giustificare eventuali mancanze ecc. Ottenuta la fiducia, il truffatore inizia a chiedere piccole somme di denaro, giustificando motivazioni più diverse: dai gravi motivi di salute alle ristrettezze economiche o sequestro ingiustificato da parte della polizia, con la scusa di voler comprare biglietti aerei per incontrare la vittima. IL truffatore e’ una persona molto abile tanto da fare leva sull’emotività e sul bisogno di affetto delle vittime fino a convincerle della concreta possibilità di un futuro insieme. Di solito che contattano la vittima partendo solitamente da Facebook Messenger o dai Direct Messages di Instagram – arrivano a farsi dare un contatto Whatsapp o Skype, circuiscono la vittima fino al punto di farsi mandare foto erotiche o di nudo e successivamente chiedono un riscatto in denaro per non diffonderle. Possiamo affermare questa teoria del truffatore grazie alla nostra trentennale esperienza: -un professore universitario viene contattato da una ragazza russa, molto bella, invia circa 20 foto della sua condizione famigliare, dopo aver ottenuto la fiducia del Prof. chiede euro 1.600 da inviare con Western Union. Nel giro di tre mesi riesce , con vari motivi, a convincere il Prof. Di inviare la somma di circa 60 mila euro il tutto per una compiacenza nelle campagne russe….Grazie alle nostre indagini il Prof pote’ convincersi della truffa, in quanto le indagini evidenziarono chi si trattava un ‘organizzazione della Repubblica Federala Russa, dedita alle tariffe di vario genere. Il secondo caso di un impiegato milanese di 55 anni, contattato da una presunta atleta russa, infortunatosi in una gara.. ed anche in questo caso la presunta atleta riuscì a spillare oltre 40 mila euro. Quanto il cliente fu messo al corrente dell’esito delle investigazioni si senti male….asserendo che aveva fatto un prestito di euro 15 da pagare in 3 anni e chiese l’anticipo del tfr, per soddisfare le richieste della presunta atleta. La cosa strana che questa volta la truffatrice inviamo quotidianamente esami clinici e vari interventi alla caviglia per una presunta frattura scomposta. Purtroppo, anche in questo caso si trattava della stessa organizzazione. Il terzo caso: -una ragazza di anni 26, di una famiglia nota di Milano, ci contatta per evaere informazioni su di un soggetto americano di 30 anni, consegnandoci copia di una carta di identità americana con fotografia; bene, dopo 4/5 gg il nostro corrispondente di NY ci comunica che questo soggetto esiste, ma non e’ la stessa persona della fotografia sulla carta di identità: bensi un tassista…. Bene le cliente decide , comunque di partire in quanto il presunto fidanzato l’aspettava all’aeroporto JFK. Giunta all’aeroporto insieme ad un nostro collaboratore, il presunto fidanzato inviamo un whatsapp asserendo che era ricovrato in ospedale per un intervento chirurgico…Insieme al nostro corrispondente si recarono all’indirizzo dove venivano spediti i soldi circa 38 mila euro, qui dopo circa 5/6 ore di appostamento intercettarono il tassista, il vero truffatore, un ragazzo di colore, e ci fu uno scambio di insulti con regolare denuncia per truffa alle autorita’ competenti con l’ausilio di un avvocato segnalata dai nostri corrispondenti. Le vittime tardano a prendere coscienza del fatto che si tratti di un raggiro e anche quando lo realizzano faticano, per pudore o timore del giudizio sociale, a raccontarlo ad amici o conoscenti e anche a denunciarlo
Albero caduto sulla strada a causa del maltempo provoca un incidente stradale: chi paga i danni? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa Leader IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223
Responsabilità Comune per incidenti causati da alberi sulla strada Albero caduto sulla strada a causa del maltempo provoca un incidente stradale: chi paga i danni? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa Leader IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223 Quando un albero cade e provoca un incidente stradale, non è scontato che l’ente locale sia tenuto a risarcire i danni all’automobilista o al motociclista che vi sia andato a sbattere. Questo il principio stabilito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza del 18 dicembre 2024, n. 33136: la Corte ha, in tal modo, precisato quando e come può essere attribuita la responsabilità al Comune per incidenti provocati da ostacoli sulle strade. Facciamo il punto della situazione e chiariamo a chi la vittima del sinistro deve presentare la richiesta di risarcimento. Per comprendere meglio il verdetto della Cassazione, è essenziale distinguere due forme di responsabilità: quella per fatto illecito e quella per danno causato da cosa in custodia. Indice * Responsabilità per danno cagionato da cosa in custodia * Responsabilità per fatto illecito * La differenza tra la responsabilità del custode e quella da fatto illecito * La vicenda * Implicazioni della sentenza Responsabilità per danno cagionato da cosa in custodia Secondo l’articolo 2051 del Codice civile, chi ha in custodia una cosa è responsabile dei danni che essa possa causare a terzi, a meno che non dimostri che l’evento lesivo (nel nostro caso l’incidente stradale) è avvenuto per cause a lui non imputabili: il cosiddetto “caso fortuito”. Rientra nella categoria del caso fortuito ogni evento imponderabile, ossia imprevedibile anche con l’ordinaria diligenza e, pertanto, inevitabile. Tipico esempio è l’eccesso di velocità del conducente che impatti contro l’ostacolo a terra benché facilmente visibile. Un altro esempio è un tornado che faccia cadere una pianta in mezzo alla strada, proprio nello stesso istante in cui passa un automobilista, determinandone la morte; in questo caso l’amministrazione non avrebbe mai avuto il tempo di rimuovere l’ostacolo. In termini legali, il “custode” è colui che esercita un controllo effettivo sulla cosa, indipendentemente dal possesso di un diritto formale su di essa. La responsabilità prevista dall’art. 2051 del codice civile è di tipo “oggettivo”: essa cioè scatta a prescindere dalla volontà (dolo) o dalla colpa del custode. Essa infatti deriva dal semplice collegamento che c’è tra il soggetto responsabile e la cosa che ha generato il danno. Tant’è che il Comune deve risarcire chi cade nelle buche anche se non le ha provocate, essendo venuto meno al suo dovere di manutenzione o di segnalazione del pericolo. Responsabilità per fatto illecito Oltre alla responsabilità del custode, di cui abbiamo parlato sopra, l’articolo 2043 del Codice civile regola la responsabilità per fatto illecito. Tale norma stabilisce, in termini assai più generali, che chiunque commette un atto, doloso o colposo, che causi danno ingiusto ad altri, è tenuto a risarcire le conseguenze delle sue azioni. Qui, l’elemento determinante è la volontarietà del comportamento: il dolo si configura quando il danno è causato intenzionalmente, mentre la colpa si verifica quando il danno è il risultato non voluto di un’azione negligente, imperita o imprudente oppure di un’omissione. La differenza tra la responsabilità del custode e quella da fatto illecito La differenza sostanziale tra le due norme risiede nei presupposti richiesti per configurare la responsabilità. Per i danni da fatto illecito, è necessario dimostrare la colpevolezza dell’agente e l’esistenza di un “nesso causale” (ossia il rapporto di causa-effetto) tra la sua condotta e il danno subito dalla vittima. Al contrario, nei casi di responsabilità per cosa in custodia, basta provare il rapporto di custodia senza necessità di dimostrare la colpa; difatti, come detto, tale ipotesi rappresenta una forma di responsabilità oggettiva, che prescinde da dolo o colpa. Nel caso specifico dell’incidente causato da un albero caduto, la Cassazione ha chiarito che la semplice presenza dell’albero non implica automaticamente la responsabilità dell’ente custode, a meno che non si dimostri un mancato controllo o una negligenza nella manutenzione, configurando così un caso di responsabilità per cosa in custodia. In sintesi, la decisione della Cassazione offre un chiarimento importante sulle responsabilità degli enti pubblici e privati, sottolineando l’importanza di un’adeguata manutenzione e sorveglianza delle proprietà comunali e stradali per prevenire incidenti e proteggere la sicurezza dei cittadini. La vicenda In una fredda giornata invernale, il signor Sempronio, viaggiando in moto per le strade di Roma, subiva un grave incidente a causa di un tronco caduto che ostruiva completamente la strada. Ciò gli provocava seri danni (patrimoniali e non). A seguito dell’incidente, Sempronio citava il Comune davanti al tribunale, invocando la responsabilità per fatto illecito e per danno da cosa in custodia; chiedeva pertanto un adeguato risarcimento. Tuttavia, il tribunale respingeva la sua richiesta: Sempronio infatti non aveva dimostrato un chiaro nesso causale tra la caduta e l’ostacolo stradale. Deciso a non arrendersi, Sempronio faceva appello alla Corte d’Appello, sostenendo che la presenza dell’albero fosse prova sufficiente del nesso causale tra l’incidente e i danni subiti. La Corte d’Appello rigettava la domanda di Sempronio, confermando la sentenza di primo grado e confermando la mancanza di prova del rapporto di causa-effetto. In seguito, Sempronio portava il caso davanti alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione dei principi di responsabilità per fatto illecito e danno da cosa in custodia da parte del Comune. La Corte di Cassazione, con ordinanza del 18 dicembre 2024, n. 33136, respingeva anch’essa il ricorso di Sempronio. Gli ermellini hanno così chiarito che la presenza del tronco d’albero da sola non implica automaticamente la responsabilità del Comune. Per configurare tale responsabilità, è essenziale dimostrare un nesso causale concreto tra la condotta del Comune e l’ostacolo, oltre a collegare direttamente i danni subiti da Sempronio alla presenza dell’ostacolo. In pratica il danneggiato deve fornire la prova che l’incidente è stato causato solo e unicamente dall’oggetto posto sulla strada e non da altri fattori (come potrebbero altrimenti essere l’eccesso di velocità, la strada bagnata, ecc.). Implicazioni della sentenza La decisione ha sottolineato che, per stabilire una responsabilità ai sensi dell’articolo 2051 del Codice civile, è necessario fondarla su un rapporto di effettiva custodia, mostrando che il Comune aveva il controllo
Quanto costa un investigatore privato? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa Leader IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223, Prezzi, Costi e Tariffe
Quanto costa un investigatore privato? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa Leader IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223, Prezzi, Costi e Tariffe Tariffe investigatore privato – Costi Agenzia Investigativa a Milano: la tariffa oraria applicata ad una investigazione privata ha un costo che varia da € 50 a € 120 piu iva e viene stabilita nella fase preliminare, insieme al Cliente, in base ai servizi investigativi richiesti. “La nostra consulenza preliminare è sempre gratuita, e le spese vengono trascritte e sottoscritte nell’incarico conferito dal Cliente che ne trattiene una copia. Il Cliente riceve sistematicamente un rendiconto dettagliato delle attività svolte, potendo interrompere quando vuole l’indagine senza alcun vincolo di durata.” Alcune domande più frequenti: Quanto costa un investigatore privato per un giorno? In generale possiamo affermare che le agenzie investigative lavorano secondo un tariffario prestabilito che va dai 50 ai 120 euro l’ora per ogni detective impiegato più iva ed eventuale rimborso chilometrico per i pedinamenti in auto o in moto. Partendo dal presupposto che tutte le agenzie investigative lavorano secondo un tariffario prestabilito depositato in prefettura che va dai 20 ai 100 euro l’ora per ciascun agente impiegato, il costo di una investigazione per una settimana dipenderà dalla tariffa impiegata dall’agenzia e dal numero di ore richieste. Per fare un esempio se un’agenzia lavora a 50 euro l’ora e mi serve un pedinamento di 10 ore per una settimana, il costo sarà di 3.500 euro escluse le spese (rimborsi chilometrici, spese di trasferta, etc). Non è da escludere che su un monte ore elevato si possa concordare con l’agenzia un forfait a prescindere dalle ore che verranno fatte. Ad esempio 12 ore di pedinamento ad una tariffa di 50 euro l’ora, anziché 600 euro al giorno l’agenzia potrebbe decidere di farmi pagare 500 euro al giorno compreso il rimborso chilometrico. Per organizzare un servizio investigativo e procedere e?: Indispensabile è l’incontro con il cliente presso la sede dell’agenzia investigativa per studiare insieme un piano di azione e per conferire un regolare mandato. Investigazioni private costi Il progetto investigativo è definito anche e soprattutto in relazione alla spesa che il Cliente dovrà sostenere: è importante perciò avere un quadro che si il più chiaro possibile, per definire azioni, tempi e modalità. Questo tipo di indagine deve essere svolto da un investigatore privato competente, in quanto si tratta di prove che spesso verranno utilizzate in tribunale Chi Siamo Premesso che non intendiamo emulare i personaggi famosi inventati da serie tv ecc, ma siamo reali e concreti, lavoriamo con passione e da oltre 30 anni di attività il clienti di apprezzano per i risultati ottenuti, per la riservatezza e per i costi contenuti. Oggi, l’agenzia IDFOX è correntemente diretta dalla Dottoressa Margherita Maiellaro. La direttrice ha maturato un’esperienza pluriennale nel campo investigativo ed ha conseguito una Laurea in Giurisprudenza, con specializzazione in diritto internazionale, presso l’Università Bocconi. L’agenzia investigativa IDFOX Investigazioni è stata fondata da Max Maiellaro. Il fondatore, con oltre 30 anni di esperienze investigative maturate nella Polizia di Stato, già diretto collaboratore del Conte Corrado AGUSTA, ex Presidente dell’omonimo Gruppo AGUSTA SpA, è stato inoltre responsabile dei servizi di sicurezza di una multinazionale, nonché presso vari gruppi operanti in svariati settori quale metalmeccanici, chimica, oreficeria, tessile, alta moda, elettronica e grande distribuzione, ha sempre risolto brillantemente ogni problematica investigativa connessa a: infedeltà aziendale, ai beni, marchi e brevetti, concorrenza sleale e alla difesa intellettuale dei progetti, violazione del patto di non concorrenza, protezione know-how e tutela delle persone e della famiglia, nonché referente abituale di imprenditori, manager, multinazionali e studi Legali su tutto il territorio Italiano ed anche Estero. Il team dell’idfox ® e’ collegata on line con un network di oltre 170 agenzia investigative nel mondo ed ‘ e’ collegata on line con oltre 400 corrispondenti in vari paesi ; tutti altamente specializzati con competenza tecnica nei metodi e nelle procedure, con servizi ottimizzati e gestiti attraverso consulenze mediante possibili soluzioni personalizzate in house del cliente; garantiamo un servizio altamente qualificato e personalizzato; con uno staff di collaboratori/e tutti laureati con la conoscenza di 5 lingue parlate e scritto ( italiano – inglese- spagnolo , francese e arabo) . Il team dell’agenzia IDFOX è formato da ex appartenenti alle Forze di Polizia, i quali si avvalgono di mezzi e tecniche sempre all’avanguardia e al passo con le nuove tecnologie, vantando conoscenze approfondite e certificate nel campo dell’intelligence. L’agenzia investigativa IDFOX fornisce documentazioni valide per uso legale, tra le quali: perizie e relazioni tecniche; servizi di osservazione documentati con foto e video. Chiamaci per richiedere una consulenza gratuita oppure un preventivo (Siamo a 300 MT STAZIONE CENTRALE – 50 MT MM GIALLA USCITA REPUBBLICA/PISANI P.IVA 09741640966) Agenzia Investigativa IDFOX ® ® Via Luigi Razza 4 – 20124 – Milano Telef. +39 02-344223 (r.a.) www.idfox.it – mail: max@idfox.it About us: IDFOX SRL ® Via Luigi Razza, 4 – 20124 Milano Risultati Garantiti Massima Riservatezza e Professionalità. Investigatore privato (ordinamento italiano) Un investigatore privato, in Italia, è un privato cittadino in possesso di una licenza per l’attività di investigatore. Indice * 1Storia * 2Descrizione o 2.1Disciplina normativa o 2.2Le attività * 3Figure o 3.1Investigatore titolare o 3.2Investigatore dipendente o 3.3Informatore commerciale titolare o 3.4Informatore commerciale dipendente * 4Requisiti o 4.1Licenza o 4.2Progetto tecnico organizzativo o 4.3Obbligo di deposito cauzionale o 4.4Tariffario * 5Adempimenti obbligatori previsti o 5.1Registro delle operazioni o 5.2Tesserino identificativo Storia Investigatore Privato Le prime disposizioni legislative che in qualche modo hanno interessato gli investigatori erano quelle che disciplinavano gli istituti di vigilanza privata, contenute nel regolamento approvato con R.D. 4 giugno 1914 n. 563. L’attività d’investigazione privata vera e propria venne più specificamente regolamentata a partire dal 1926 con una specifica normativa contenuta nel Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) emanato con regio decreto (R.D.) 18 giugno 1931, n. 773 assieme al relativo regolamento di cui al R.D. del 6 maggio 1940 n. 635. La normativa poneva come requisito fondamentale il possesso di una apposita licenza rilasciata dal prefetto, non
Il padre deve mantenere il figlio che non lavora e non va a scuola? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223
Il padre deve mantenere il figlio che non lavora e non va a scuola? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223 Figli maggiorenni che non hanno voglia di fare nulla e vivono a casa della madre: quando si può smettere di versare l’assegno di mantenimento? In un’epoca in cui sono sempre più numerosi i giovani inoccupati e che non studiano ci si chiede dove terminino i doveri di mantenimento dei genitori, specie se divorziati. Il padre deve mantenere il figlio che non lavora e non va a scuola? La Cassazione ha ormai fornito precise linee guida sull’argomento. Proprio per fare chiarezza sull’argomento e per rispondere alle numerose domande dei lettori che ci chiedono quando termina il mantenimento dei figli maggiorenni e cosa fare per interrompere l’assegno, partiremo dalle sentenze più recenti. Indice * Si deve mantenere un figlio minorenne che non va a scuola e non lavora? * Si deve mantenere un figlio maggiorenne che non studia e non lavora? * Come comportarsi Si deve mantenere un figlio minorenne che non va a scuola e non lavora? L’art. 147 del Codice Civile stabilisce che il matrimonio impone ad entrambi i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire ed educare i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni. Questo obbligo è ulteriormente specificato dall’art. 316-bis c.c., secondo cui i genitori devono adempiere ai loro obblighi nei confronti dei figli in proporzione alle rispettive sostanze e capacità lavorative. Pertanto, i figli minorenni devono essere sempre mantenuti, anche se non lavorano e non vogliono frequentare la scuola. È un diritto che garantisce loro la Costituzione e che non può essere limitato, neanche in caso di atteggiamento inerte o irrispettoso verso il genitore obbligato. Non appena però il ragazzo diventa maggiorenne, le cose cambiano… Si deve mantenere un figlio maggiorenne che non studia e non lavora? Secondo la normativa attuale e la giurisprudenza consolidata, l’obbligo di mantenimento dei figli da parte dei genitori non termina automaticamente con la maggiore età del figlio, ma continua fino a quando quest’ultimo non raggiunge l’indipendenza economica. Non è necessario che il ragazzo percepisca un reddito da un’occupazione che rispecchi pienamente le sue aspirazioni, né che ottenga un impiego a tempo indeterminato. È sufficiente che il figlio disponga di uno stipendio che gli consenta di sostentarsi autonomamente, anche se derivante da un contratto a tempo determinato o part-time. Importante è che tale contratto non sia di durata eccessivamente limitata, come potrebbe essere un impiego stagionale. Tuttavia, l’obbligo di mantenimento non può protrarsi indefinitamente se il giovane non si attiva per rendersi autonomo. In particolare, la Corte di Cassazione ha affermato che: «L’obbligo dei genitori di mantenere i figli non cessa automaticamente con il raggiungimento della maggiore età, ma perdura finché il figlio non abbia raggiunto l’indipendenza economica o sia stato posto nelle condizioni di provvedere a sé stesso, senza averne tratto profitto per sua colpa o scelta (sent. n. 7169/2024, n. 2344/2023)». Ciò significa che il figlio maggiorenne, per poter ottenere il mantenimento deve alternativamente: * studiare con profitto, per portare a termine il ciclo formativo da lui prescelto; * oppure dimostrare di attivarsi con impegno nella ricerca di un’occupazione e di non aver raggiunto l’indipendenza economica per cause a lui non imputabili. Se il figlio maggiorenne, pur essendo stato messo nelle condizioni di raggiungere l’autosufficienza economica, non si attiva per trovare un lavoro o rifiuta ingiustificatamente le opportunità lavorative, l’obbligo di mantenimento può cessare (Cass. sent. n. 2344/2023). Tuttavia il padre non può autonomamente interrompere il pagamento dell’assegno: deve prima presentare ricorso al tribunale affinché modifichi o revochi del tutto l’obbligo precedentemente disposto con sentenza. Poniamo il caso di un figlio di 21 anni che non studia né lavora e non si impegna per trovare un’occupazione. Secondo la giurisprudenza, il padre potrebbe non essere più obbligato a mantenerlo se dimostra che il ragazzo, pur essendo in grado di lavorare, non si attiva per rendersi economicamente indipendente. Invece per quanto riguarda il figlio minorenne (ad esempio di 17 anni) l’obbligo di mantenimento permane, in quanto non ha ancora raggiunto la maggiore età e, pertanto, il padre è tenuto a contribuire al suo mantenimento. Come comportarsi Si consiglia al padre di: * raccogliere prove che dimostrino l’inerzia del figlio maggiorenne nella ricerca di un lavoro (ad esempio, mancanza di iscrizione a corsi di formazione, rifiuto di offerte di lavoro, ecc.); * presentare un’istanza al giudice competente per ottenere la cessazione dell’obbligo di mantenimento nei confronti del figlio maggiorenne; * continuare a contribuire al mantenimento del figlio minorenne, in conformità agli obblighi previsti dalla legge finché non interverrà la sentenza del tribunale. Chi Siamo Premesso che non intendiamo emulare i personaggi famosi inventati da serie tv ecc, ma siamo reali e concreti, lavoriamo con passione e da oltre 30 anni di attività il clienti di apprezzano per i risultati ottenuti, per la riservatezza e per i costi contenuti. Oggi, l’agenzia IDFOX è correntemente diretta dalla Dottoressa Margherita Maiellaro. La direttrice ha maturato un’esperienza pluriennale nel campo investigativo ed ha conseguito una Laurea in Giurisprudenza, con specializzazione in diritto internazionale, presso l’Università Bocconi. L’agenzia investigativa IDFOX Investigazioni è stata fondata da Max Maiellaro. Il fondatore, con oltre 30 anni di esperienze investigative maturate nella Polizia di Stato, già diretto collaboratore del Conte Corrado AGUSTA, ex Presidente dell’omonimo Gruppo AGUSTA SpA, è stato inoltre responsabile dei servizi di sicurezza di una multinazionale, nonché presso vari gruppi operanti in svariati settori quale metalmeccanici, chimica, oreficeria, tessile, alta moda, elettronica e grande distribuzione, ha sempre risolto brillantemente ogni problematica investigativa connessa a: infedeltà aziendale, ai beni, marchi e brevetti, concorrenza sleale e alla difesa intellettuale dei progetti, violazione del patto di non concorrenza, protezione know-how e tutela delle persone e della famiglia, nonché referente abituale di imprenditori, manager, multinazionali e studi Legali su tutto il territorio Italiano ed anche Estero. Il team dell’idfox ® e’ collegata on line con un network di oltre 170 agenzia investigative nel mondo ed ‘ e’ collegata on line con oltre 400 corrispondenti in vari paesi ; tutti altamente specializzati con competenza tecnica
Per rivendicare la legittima bisogna impugnare il testamento? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223
Per rivendicare la legittima bisogna impugnare il testamento? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223 Come funziona l’azione di riduzione degli eredi legittimari per ottenere la quota di eredità prevista dalla legge. Una nostra lettrice, con testamento olografo, ha nominato il marito erede universale. Avendo, di fatto, diseredato i figli, ci chiede quali dovranno essere le azioni di questi ultimi per far valere i propri diritti. In particolare, ci viene posta la seguente domanda: per rivendicare la legittima bisogna impugnare il testamento o vi si ha diritto comunque? Per rispondere al quesito, è necessario esaminare la disciplina della successione necessaria e della cosiddetta “azione di riduzione”. Indice * Chi ha diritto alla legittima? * Disposizioni testamentarie lesive della legittima * Necessità di esperire l’azione di riduzione * Effetti dell’azione di riduzione * Condizioni per esperire l’azione di riduzione * Termini per l’azione di riduzione * Conclusioni Chi ha diritto alla legittima? La legge italiana riserva una quota del patrimonio del defunto ai legittimari, che sono il coniuge, i figli e, in assenza di questi ultimi, gli ascendenti (art. 536 cod. civ.). Questa quota è detta “quota di legittima” o “quota di riserva”. Tutti gli altri parenti, ivi compresi i conviventi, i fratelli e le sorelle, non sono legittimari e quindi non possono rivendicare alcunché se non vengono “citati” nel testamento. Nel caso in cui il defunto lasci coniuge e più figli, ai figli è riservata complessivamente la metà del patrimonio, da dividersi in parti uguali, mentre al coniuge spetta un quarto del patrimonio. La residua parte del patrimonio del testatore è chiamata quota di riserva e può da questi essere lasciata a chi vuole, anche a uno degli stessi legittimari (il che farebbe sì che quest’ultimo otterrebbe ben più della legittima). Disposizioni testamentarie lesive della legittima Se il testatore dispone del suo patrimonio in modo da ledere la quota di legittima spettante ai legittimari, questi hanno il diritto di agire per ottenere la reintegrazione della loro quota. Tale azione, da esperire innanzi al tribunale civile del luogo di ultima residenza del defunto, è nota come azione di riduzione. Il termine per agire è di 10 anni dalla morte del de cuius. L’azione di riduzione è lo strumento giuridico che consente ai legittimari di ottenere la reintegrazione della loro quota di riserva, riducendo le disposizioni testamentarie o le donazioni che eccedono la quota disponibile. Per verificare se un erede è stato leso nella legittima bisogna tenere conto anche delle donazioni che questi ha ricevuto dal de cuius quando ancora era in vita. Le donazioni infatti sono sempre un anticipo della legittima (a meno che non vengano fatte “con riserva di collazione”, nel qual caso si considerano attinte dalla quota disponibile del defunto). Sintetizzando, l’erede che, all’esito della divisione testamentaria e tenuto conto delle donazioni ricevute dal de cuius, non ha ottenuto la legittima può agire contro tutti gli altri eredi e contro coloro che hanno ottenuto da quest’ultimo delle donazioni per farle revocare e redistribuire tutta l’eredità. Le disposizioni testamentarie lesive della legittima non sono nulle né annullabili, ma sono valide ed efficaci fino a quando non vengono impugnate dai legittimari mediante l’azione di riduzione. Necessità di esperire l’azione di riduzione I figli, per rivendicare la loro quota di legittima, devono necessariamente esperire l’azione di riduzione. Infatti, il legittimario pretermesso (cioè totalmente escluso dal testamento) non è chiamato all’eredità per il solo fatto dell’apertura della successione, ma deve agire in giudizio per ottenere il riconoscimento dei suoi diritti (Cass. sent. n. 30079/2019, n. 27778/20239). Effetti dell’azione di riduzione Con l’azione di riduzione, il legittimario leso ottiene la dichiarazione di inefficacia, nei suoi confronti, delle disposizioni testamentarie lesive, nella misura necessaria a reintegrare la sua quota di legittima. Solo a seguito dell’accoglimento dell’azione di riduzione, il legittimario pretermesso acquista la qualità di erede e può partecipare alla divisione dell’eredità (Cass. sent. n. 31125/2023). Condizioni per esperire l’azione di riduzione Per esercitare l’azione di riduzione, il legittimario deve rispettare alcune condizioni: * accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario: il legittimario che ha accettato l’eredità deve farlo con beneficio d’inventario per poter chiedere la riduzione delle donazioni e dei legati fatti a persone non chiamate come coeredi (art. 564 c.c.). Tuttavia, questa condizione non si applica al legittimario totalmente pretermesso, che non è chiamato all’eredità fino all’esercizio dell’azione di riduzione (Cass. sent. n. 30079/2019, n. 30079/2019); * imputazione delle donazioni e dei legati: il legittimario deve imputare alla sua porzione legittima le donazioni e i legati ricevuti dal defunto, salvo dispensa espressa (art. 564 c.c.). Termini per l’azione di riduzione L’azione di riduzione è soggetta a prescrizione ordinaria decennale. Il termine di 10 anni decorre dal giorno dell’apertura della successione, cioè dalla data della morte del de cuius. Conclusioni Pertanto, nel caso in cui la lettrice abbia nominato suo marito erede universale con testamento olografo, i suoi figli, per rivendicare la loro quota di legittima, dovranno esperire l’azione di riduzione. Non hanno diritto automaticamente alla legittima, ma devono agire giudizialmente per ottenere la reintegrazione della loro quota di riserva. L’azione di riduzione è necessaria per far dichiarare l’inefficacia, nei loro confronti, delle disposizioni testamentarie lesive e per acquisire la qualità di eredi sui beni ereditari. Chi Siamo Premesso che non intendiamo emulare i personaggi famosi inventati da serie tv ecc, ma siamo reali e concreti, lavoriamo con passione e da oltre 30 anni di attività il clienti di apprezzano per i risultati ottenuti, per la riservatezza e per i costi contenuti. Oggi, l’agenzia IDFOX è correntemente diretta dalla Dottoressa Margherita Maiellaro. La direttrice ha maturato un’esperienza pluriennale nel campo investigativo ed ha conseguito una Laurea in Giurisprudenza, con specializzazione in diritto internazionale, presso l’Università Bocconi. L’agenzia investigativa IDFOX Investigazioni è stata fondata da Max Maiellaro. Il fondatore, con oltre 30 anni di esperienze investigative maturate nella Polizia di Stato, già diretto collaboratore del Conte Corrado AGUSTA, ex Presidente dell’omonimo Gruppo AGUSTA SpA, è stato inoltre responsabile dei servizi di sicurezza di una multinazionale, nonché presso vari gruppi operanti in svariati settori quale metalmeccanici, chimica, oreficeria, tessile, alta moda, elettronica e grande distribuzione, ha sempre risolto brillantemente ogni
Concorrenza sleale Milano, Dipendente, socio , partner commerciale: Concorrenza sleale dipendente: cos’è e come tutelarsi? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223
Concorrenza sleale Milano, Dipendente, socio , partner commerciale: Concorrenza sleale dipendente: cos’è e come tutelarsi? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223 In ambito economico produttivo la concorrenza sleale dipendenti, soci e imprese è una pratica illecita che viene utilizzata per ottenere un vantaggio competitivo sui competitor o per arrecare loro un danno.. Il reato di concorrenza sleale può essere contrastato con l’aiuto di un’agenzia investigativa con esperienza con l’agenzia investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991, Tel.02344223 , la quale viene chiamata a condurre delle indagini con l’obiettivo di raccogliere prove per uso Legale. I limiti alla concorrenza sleale imposti dalla legge (art.41 Cost.) (codice civile articoli 2598 e ss.) ordinano: Il divieto di utilizzo di marchi, nomi o segni utilizzati legittimamente dai concorrenti; Il divieto di imitazione dei prodotti del concorrente; Il divieto di diffondere notizie e commenti negativi atti a screditare l’azienda concorrente; Il divieto di appropriazione dei pregi di un prodotto concorrente; Il divieto di utilizzo di altri mezzi non conformi alla correttezza professionale per danneggiare l’altra azienda. Art. 2598 codice civile – Atti di concorrenza sleale . La concorrenza sleale deve consistere in attività dirette ad appropriarsi illegittimamente dello spazio di mercato ovvero della clientela del concorrente, che si concretizzino nella confusione dei segni prodotti, nella diffusione di notizie e di apprezzamenti … o Art successivo succ o Della Disciplina Della Concorrenza o Risarcimento del danno La concorrenza sleale indica, in ambito economico-produttivo, l’utilizzo di tecniche, pratiche, comportamenti, mezzi illeciti e scorretti per ottenere un vantaggio sui competitori o per arrecare loro un danno. Concorrenza Sleale Investigazioni DIPENDENTI, SOCI O PARTNER? Affidati agli specialisti. Rivolgiti all’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991, Contattaci subito al numero tel.02344223 La nostra agenzia investigativa è specializzata in: IDFOX Investigazioni svolge indagini per determinare e scoprire atti di concorrenza sleale da parte di dipendenti o ex dipendenti o collaboratori mettendo in atto azioni principali: Controllo e monitoraggio : utilizzando anche sistemi di GPS Tracking per l’osservazione dinamica degli spostamenti del dipendente e per implementare il livello di sicurezza ambientale. CHI SIAMO: Il titolare dell’agenzia IDFOX ®,S.r.l. è la Dott.ssa Margherita Maiellaro. La responsabile ha un’esperienza pluriennale nel campo ed ha conseguito una laurea in Giurisprudenza con diritto internazionale presso l’Università Luigi Bocconi. Da anni si occupa dei rapporti con clienti internazionali ed istituzionali, operanti in svariati settori, quali: informatica; assicurazioni; istituti finanziari; alta moda; infedeltà aziendale; marchi e brevetti; concorrenza sleale; violazione del patto di non concorrenza; tutela delle persone e della famiglia. Il fondatore dell’agenzia Investigativa Idfox Srl e’ Max Maiellaro, con oltre 30 anni di esperienze investigative maturate nella Polizia di Stato, già diretto collaboratore del Conte Corrado AGUSTA, ex Presidente dell’omonimo Gruppo AGUSTA SpA, inoltre è stato responsabile dei servizi di sicurezza di una multinazionale, nonché presso multinazionali operanti in svariati settori quale metalmeccanici, chimica, oreficeria, tessile, alta moda, elettronica e grande distribuzione, ha sempre risolto brillantemente ogni problematica investigativa connessa a: infedeltà aziendale, ai beni, dai marchi e brevetti dalla concorrenza sleale e alla difesa intellettuale dei progetti, violazione del patto di non concorrenza, protezione know-how ed alla tutela delle persone e della famiglia, nonché referente abituale di imprenditori, manager, multinazionali e studi Legali su tutto il territorio Italiano ed anche Estero. Questa è la storia dell’agenzia IDFOX ® International Detectives Agency , ed è il motivo per il quale i nostri clienti ci apprezzano per i risultati e per la riservatezza. Chiamaci per richiedere una consulenza gratuita oppure un preventivo (Siamo a 300 MT STAZIONE CENTRALE – 50 MT MM GIALLA USCITA REPUBBLICA/PISANI P.IVA 09741640966) Agenzia Investigativa IDFOX ® ® Via Luigi Razza 4 – 20124 – Milano Telef. +39 02-344223 (r.a.) www.idfox.it – mail: max@idfox.it About us: IDFOX SRL ® Via Luigi Razza, 4 – 20124 Milano Tel. +39 02344223 (r.a.) – +39026696454 www.idfox.it mail: max@idfox.it Risultati Garantiti Massima Riservatezza e Professionalità.
L’abbandono del tetto coniugale fa perdere la proprietà della casa? Cosa succede alla casa se un genitore se ne va, pur essendo proprietario? L’altro genitore e i figli possono rimanere all’interno dell’abitazione e viverci? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223
L’abbandono del tetto coniugale fa perdere la proprietà della casa? Cosa succede alla casa se un genitore se ne va, pur essendo proprietario? L’altro genitore e i figli possono rimanere all’interno dell’abitazione e viverci? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223 Un nostro lettore ci ha posto il seguente quesito: «Mio padre ha lasciato la famiglia per un’altra donna. La casa dove viviamo è intestata sia a lui che a mia madre. Considerando che io e mio fratello, attualmente disoccupati, viviamo ancora qui, mio padre potrebbe in futuro richiedere la sua quota dell’immobile?». La questione che pone il lettore è dunque la seguente: se la casa è cointestata, che succede in caso di abbandono del tetto? Tale comportamento fa perdere la proprietà oppure è ininfluente? La situazione descritta è sicuramente delicata e coinvolge diversi aspetti, soprattutto di natura affettiva. Dal punto di vista legale, tuttavia, ci sono alcuni principi fondamentali da considerare. Quando un immobile è cointestato, entrambi i proprietari hanno pari diritti sulla proprietà. Ciò significa che il padre, essendo comproprietario dell’abitazione, può sempre reclamare la sua parte, indipendentemente dalla situazione familiare o dall’uso attuale dell’immobile. Tuttavia, la legge prevede anche la possibilità di tutelare anche l’altro cointestatario, specialmente dinanzi a particolari condizioni di vulnerabilità, come nell’ipotesi di figli minori o maggiorenni ma non ancora autosufficienti, con lui conviventi. Ecco, dunque, le regole da tenere in considerazione. L’abbandono del tetto coniugale è un illecito civile solo nel caso di coppia sposata. Esso comporta il cosiddetto “addebito”, ossia la “separazione con colpa”. Le conseguenze, nel caso di specie, non hanno grosso rilievo pratico: il genitore scappato di casa non potrà ottenere il mantenimento dall’ex e perderà ogni diritto ereditario dall’ex coniuge. Da un punto di vista penale, l’abbandono del tetto domestico può costituire un reato se ciò fa venir meno, al resto della famiglia, le risorse per vivere. Si può infatti configurare il reato di “violazione degli obblighi di assistenza familiare”, passibile di querela da parte dell’ex coniuge o convivente o degli stessi figli, se maggiorenni. Nonostante l’eventuale addebito e i profili penali appena visti, il padre mantiene tuttavia il diritto di comproprietà del 50% sul bene. Potrà decidere di vendere la propria quota ma non tutto l’immobile, non almeno senza il consenso della moglie. L’uomo potrebbe un giorno chiedere la divisione della comunione sul bene, rivolgendosi al giudice. Il tribunale verificherà se vi è la possibilità di una divisione in natura dell’appartamento (ad esempio, con un frazionamento in unità immobiliari più piccole). Se ciò non dovesse essere fattibile e, nello stesso tempo, se nessuno dei due proprietari intende acquistare la quota dell’altro, l’immobile verrà messo all’asta, in vendita forzata. Laddove, invece, entrambi i coniugi vogliano acquisire la quota dell’altro sul bene, il giudice prediligerà chi già vi vive (nel caso che stiamo esaminando, la moglie). Tutto ciò che abbiamo appena detto deve fare i conti con un’ulteriore variabile: quella dell’assegnazione della casa familiare. Difatti, anche dinanzi a una coppia non sposata, in presenza di figli minori e/o, se maggiorenni, non ancora autosufficienti (ne basta uno soltanto), il tribunale deve assegnare l’abitazione al genitore con cui vive la prole (nel caso di specie, la madre). Tale misura mira ad evitare che i figli possano subire traumi derivanti dalla disgregazione del nucleo familiare. L’assegnazione del diritto di abitazione nella casa familiare è subordinata a due condizioni: * la collocazione dei figli presso il genitore che rivendica tale diritto; * la sussistenza, in capo ai figli stessi, del diritto a ottenere il mantenimento da parte dei genitori. Pertanto, al fine di vedersi riconosciuto il diritto di abitazione nella casa, la madre deve dimostrare che almeno un figlio è minorenne, o portatore di handicap, o sta ancora formandosi (ossia sta studiando). Se invece tutti i figli hanno superato i 30 anni di età o se, comunque, non dimostrano di svolgere un percorso formativo, allora il giudice potrà negare il mantenimento e, con esso, l’assegnazione della casa. Ciò non toglie che la donna possa continuare a vivere, coi figli, nella casa familiare. In quanto comproprietaria, questa ha il diritto di utilizzo riconosciutole dall’articolo 1102 del Codice civile: utilizzo però che non deve pregiudicare il pari diritto dell’altro titolare e non può comportare un mutamento della destinazione dell’immobile. Per tale utilizzo, la madre non è tenuta a pagare all’ex un canone di affitto. In sintesi, il padre resta proprietario dell’immobile ma dovrà rispettare il diritto di abitazione della madre se ad ella viene assegnata dal tribunale la casa familiare e la collocazione dei figli. Diversamente i genitori potranno trovare un accordo sull’uso o sulla vendita del bene. Chi Siamo Premesso che non intendiamo emulare i personaggi famosi inventati da serie tv ecc, ma siamo reali e concreti, lavoriamo con passione e da oltre 30 anni di attività il clienti di apprezzano per i risultati ottenuti, per la riservatezza e per i costi contenuti. Oggi, l’agenzia IDFOX è correntemente diretta dalla Dottoressa Margherita Maiellaro. La direttrice ha maturato un’esperienza pluriennale nel campo investigativo ed ha conseguito una Laurea in Giurisprudenza, con specializzazione in diritto internazionale, presso l’Università Bocconi. L’agenzia investigativa IDFOX Investigazioni è stata fondata da Max Maiellaro. 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