Albero caduto sulla strada a causa del maltempo provoca un incidente stradale: chi paga i danni? Richiedi una consulenza all’agenzia Investigativa Leader IDFOX Investigazioni dal 1991 Tel.02344223

Responsabilità Comune per incidenti causati da alberi sulla strada

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Quando un albero cade e provoca un incidente stradale, non è scontato che l’ente locale sia tenuto a risarcire i danni all’automobilista o al motociclista che vi sia andato a sbattere. Questo il principio stabilito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza del 18 dicembre 2024, n. 33136: la Corte ha, in tal modo, precisato quando e come può essere attribuita la responsabilità al Comune per incidenti provocati da ostacoli sulle strade. Facciamo il punto della situazione e chiariamo a chi la vittima del sinistro deve presentare la richiesta di risarcimento.

Per comprendere meglio il verdetto della Cassazione, è essenziale distinguere due forme di responsabilità: quella per fatto illecito e quella per danno causato da cosa in custodia.

Indice

* Responsabilità per danno cagionato da cosa in custodia

* Responsabilità per fatto illecito

* La differenza tra la responsabilità del custode e quella da fatto illecito

* La vicenda

* Implicazioni della sentenza

Responsabilità per danno cagionato da cosa in custodia

Secondo l’articolo 2051 del Codice civile, chi ha in custodia una cosa è responsabile dei danni che essa possa causare a terzi, a meno che non dimostri che l’evento lesivo (nel nostro caso l’incidente stradale) è avvenuto per cause a lui non imputabili: il cosiddetto “caso fortuito”. Rientra nella categoria del caso fortuito ogni evento imponderabile, ossia imprevedibile anche con l’ordinaria diligenza e, pertanto, inevitabile. Tipico esempio è l’eccesso di velocità del conducente che impatti contro l’ostacolo a terra benché facilmente visibile. Un altro esempio è un tornado che faccia cadere una pianta in mezzo alla strada, proprio nello stesso istante in cui passa un automobilista, determinandone la morte; in questo caso l’amministrazione non avrebbe mai avuto il tempo di rimuovere l’ostacolo.

In termini legali, il “custode” è colui che esercita un controllo effettivo sulla cosa, indipendentemente dal possesso di un diritto formale su di essa.

La responsabilità prevista dall’art. 2051 del codice civile è di tipo “oggettivo”: essa cioè scatta a prescindere dalla volontà (dolo) o dalla colpa del custode. Essa infatti deriva dal semplice collegamento che c’è tra il soggetto responsabile e la cosa che ha generato il danno. Tant’è che il Comune deve risarcire chi cade nelle buche anche se non le ha provocate, essendo venuto meno al suo dovere di manutenzione o di segnalazione del pericolo.

Responsabilità per fatto illecito

Oltre alla responsabilità del custode, di cui abbiamo parlato sopra, l’articolo 2043 del Codice civile regola la responsabilità per fatto illecito. Tale norma stabilisce, in termini assai più generali, che chiunque commette un atto, doloso o colposo, che causi danno ingiusto ad altri, è tenuto a risarcire le conseguenze delle sue azioni.

Qui, l’elemento determinante è la volontarietà del comportamento: il dolo si configura quando il danno è causato intenzionalmente, mentre la colpa si verifica quando il danno è il risultato non voluto di un’azione negligente, imperita o imprudente oppure di un’omissione.

La differenza tra la responsabilità del custode e quella da fatto illecito

La differenza sostanziale tra le due norme risiede nei presupposti richiesti per configurare la responsabilità. Per i danni da fatto illecito, è necessario dimostrare la colpevolezza dell’agente e l’esistenza di un “nesso causale” (ossia il rapporto di causa-effetto) tra la sua condotta e il danno subito dalla vittima.

Al contrario, nei casi di responsabilità per cosa in custodia, basta provare il rapporto di custodia senza necessità di dimostrare la colpa; difatti, come detto, tale ipotesi rappresenta una forma di responsabilità oggettiva, che prescinde da dolo o colpa.

Nel caso specifico dell’incidente causato da un albero caduto, la Cassazione ha chiarito che la semplice presenza dell’albero non implica automaticamente la responsabilità dell’ente custode, a meno che non si dimostri un mancato controllo o una negligenza nella manutenzione, configurando così un caso di responsabilità per cosa in custodia.

In sintesi, la decisione della Cassazione offre un chiarimento importante sulle responsabilità degli enti pubblici e privati, sottolineando l’importanza di un’adeguata manutenzione e sorveglianza delle proprietà comunali e stradali per prevenire incidenti e proteggere la sicurezza dei cittadini.

La vicenda

In una fredda giornata invernale, il signor Sempronio, viaggiando in moto per le strade di Roma, subiva un grave incidente a causa di un tronco caduto che ostruiva completamente la strada. Ciò gli provocava seri danni (patrimoniali e non).

A seguito dell’incidente, Sempronio citava il Comune davanti al tribunale, invocando la responsabilità per fatto illecito e per danno da cosa in custodia; chiedeva pertanto un adeguato risarcimento. Tuttavia, il tribunale respingeva la sua richiesta: Sempronio infatti non aveva dimostrato un chiaro nesso causale tra la caduta e l’ostacolo stradale.

Deciso a non arrendersi, Sempronio faceva appello alla Corte d’Appello, sostenendo che la presenza dell’albero fosse prova sufficiente del nesso causale tra l’incidente e i danni subiti.

La Corte d’Appello rigettava la domanda di Sempronio, confermando la sentenza di primo grado e confermando la mancanza di prova del rapporto di causa-effetto.

In seguito, Sempronio portava il caso davanti alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione dei principi di responsabilità per fatto illecito e danno da cosa in custodia da parte del Comune.

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 18 dicembre 2024, n. 33136, respingeva anch’essa il ricorso di Sempronio.

Gli ermellini hanno così chiarito che la presenza del tronco d’albero da sola non implica automaticamente la responsabilità del Comune. Per configurare tale responsabilità, è essenziale dimostrare un nesso causale concreto tra la condotta del Comune e l’ostacolo, oltre a collegare direttamente i danni subiti da Sempronio alla presenza dell’ostacolo.

In pratica il danneggiato deve fornire la prova che l’incidente è stato causato solo e unicamente dall’oggetto posto sulla strada e non da altri fattori (come potrebbero altrimenti essere l’eccesso di velocità, la strada bagnata, ecc.).

Implicazioni della sentenza

La decisione ha sottolineato che, per stabilire una responsabilità ai sensi dell’articolo 2051 del Codice civile, è necessario fondarla su un rapporto di effettiva custodia, mostrando che il Comune aveva il controllo della situazione che ha causato il danno. Questo caso mette in luce l’importanza di una prova solida e concreta nel dimostrare la responsabilità per danno da cosa in custodia nelle vie legali italiane.

 

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