Gli organizzatori della truffa procuravano fratture ad alcuni indigenti per simulare incidenti stradali e riscuotere i soldi dell’assicurazione
Il Gup del tribunale di Palermo Clelia Maltese ha condannato col rito abbreviato (dunque con sconti di pena di un terzo) sedici dei venti imputati di un’altra tranche del processo contro i cosiddetti spaccaossa, autori di truffe alle assicurazioni basate su fratture vere per incidenti falsi. Le vittime erano persone indigenti di contesti degradati, disposte a farsi procurare gravi danni fisici, appunto, per imbrogliare le compagnie e far intascare i risarcimenti agli organizzatori della truffa. Mentre ai fratturati toccavano sostanzialmente le briciole, circa 3-400 euro, in media, per un arto rotto con metodi brutali, con mattoni o spranghe. Assolti Giovanni Pisciotta, Angelo Geloso, Lucia Pancari e Rosolino Napoli. Condannati Matteo Corrao (8 anni e 4 mesi), Vincenzo Maccarone (8 anni, 3 mesi e 10 giorni) e Giuseppe Zizza (8 ann
Ci sono poi Girolamo Faia, che ha avuto 5 anni, 9 mesi e 10 giorni, Luca Poerio 4 anni e 8 mesi, Giuseppa Messina 2 anni e 8 mesi. Pene inferiori per le vittime del sistema: Lorenzo Catalano un anno e 8 mesi, Salvatore Picone e Domenico Baldo un anno e 4 mesi ciascuno. Un anno con la sospensione condizionale della pena a Maria Spinelli, Franca Silvana Gnoffo, Antonio Musumarra, Ferdinando Lo Iacono, Giuseppa Ales e Rita Scasso. Infine otto mesi a Vincenzo Aiello, anche lui con la sospensione della pena.
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