Investigatore Privato, Agenzia IDFOX Milano_Intestarsi l’utenza dell’elettricità equivale ad accettare l’eredità?

Il cambio d’intestatario sulla bolletta di un’utenza ancora attiva rappresenta una forma di accettazione da parte del chiamato all’eredità?

Alla morte di una persona succedono i suoi eredi, i quali diventano titolari del patrimonio che fu del defunto quando era in vita. Ad esempio, se muore un uomo che lascia moglie e figli, questi diverranno proprietari di tutto ciò che era della persona scomparsa.

Con il testamento è possibile lasciare parte del proprio patrimonio anche ad altri soggetti diversi dagli eredi “naturali”, cioè da coloro che succedono per legge. Si pensi all’uomo che vuole lasciare una parte dell’eredità a una Onlus o a un ente che si occupa di beneficenza. Con questo articolo ci occuperemo di un aspetto particolare: vedremo qual è il rapporto tra voltura delle utenze e accettazione tacita dell’eredità.

Devi sapere che la legge non impone all’erede di diventare tale. In altre parole, la persona chiamata a succedere ben potrebbe rifiutare l’eredità, preferendo non averci nulla a che fare. Ciò in genere accade quando il defunto lascia solamente debiti. Per diventare dunque eredi occorre accettare l’eredità. L’accettazione può essere di due tipi: espressa o tacita. È proprio qui che entra in gioco il problema della voltura delle utenze e dell’accettazione tacita dell’eredità. Intestarsi l’utenza dell’elettricità equivale ad accettare l’eredità? Scopriamolo insieme.

Accettazione eredità: cos’è?

Come anticipato in premessa, all’apertura della successione (cioè, alla morte della persona il cui patrimonio verrà trasmesso) gli eredi non subentrano automaticamente nell’eredità: perché ciò accada, è necessario che essi accettino la stessa, in modo tacito oppure espresso.

L’accettazione dell’eredità costituisce quindi l’atto con cui una persona, chiamata a succedere ad un’altra a causa della morte di quest’ultima, decide di assumere la condizione di erede, con tutti gli effetti che ne conseguono, in primis quello della confusione del proprio patrimonio con quello della persona defunta.

Se l’accettazione non è immediata, si verifica una condizione particolare dell’eredità: si dice, infatti, che essa diventa giacente.

Accettazione eredità: come funziona?

Alla morte di una persona (giuridicamente, il soggetto della cui eredità si parla viene denominato “de cuius”), affinché coloro che sono stati indicati nel testamento ovvero, in assenza, i familiari più stretti (cosiddetti legittimari) possano divenire eredi, devono accettare la quota loro spettante.

L’accettazione può essere espressa o tacita:

  – l’accettazione espressa risulta da atto scritto nel quale emerge chiaramente la volontà di far propria una parte dell’asse ereditario. È il caso dell’erede che accetta l’eredità firmando una scrittura privata;

  – l’accettazione tacita si realizza in un comportamento che inequivocabilmente manifesta l’intenzione di divenire erede a tutti gli effetti.

Quando c’è accettazione tacita dell’eredità?

L’accettazione tacita consiste:

  – in una condotta che dimostra chiaramente la volontà di una persona di diventare erede, cioè di fare propria la quota d’eredità che gli spetta;

  – in una serie di atti incompatibili con la volontà di rinunciare all’eredità.

Ad esempio, la giurisprudenza ha individuato un’accettazione tacita dell’eredità nel conferimento di una procura a vendere beni ereditari, nella domanda di divisione dell’eredità o nella riscossione di un assegno intestato al defunto.

Per giurisprudenza pacifica, anche la voltura catastale di un immobile caduto in successione costituisce manifestazione implicita della volontà di diventare erede.

Non rappresenta accettazione tacita dell’eredità, invece, la presentazione della denuncia di successione, che è atto meramente fiscale.

Volture utenze: è accettazione tacita dell’eredità?

La voltura delle utenze rappresenta una forma di accettazione tacita dell’eredità? Ad esempio, se il figlio di una persona appena defunta comunica il decesso del titolare della fornitura di energia elettrica, mettendosi al suo posto, compie un atto di accettazione tacita dell’eredità?

Dipende dalle circostanze:

  – se la voltura delle utenze è fatta dall’erede che è già entrato stabilmente nel possesso dell’immobile, allora l’accettazione tacita è di fatto avvenuta nel momento in cui l’erede ha deciso di fare suo il bene e di comportarsi come proprietario;

  – se la voltura delle utenze è fatta dall’erede solamente per una mera correttezza nei confronti della società, ad esempio per evitare l’interruzione della fornitura, allora non rappresenta una forma di accettazione tacita.

La voltura di un contratto di fornitura di energia, acqua o gas per il decesso dell’intestatario consiste semplicemente nella variazione della titolarità di un contratto da un cliente ad un altro con il medesimo fornitore. Tale semplice operazione, in linea di massima, non è sufficiente a determinare l’accettazione tacita di eredità.

Peraltro, secondo la Cassazione, il semplice possesso dei beni ereditari non sarebbe di per sé sufficiente a integrare un’accettazione tacita dell’eredità, se detto possesso dipende esclusivamente da un intento conservativo.

Ad esempio, se il figlio di una persona defunta decide di fare la voltura delle utenze e di entrare nella casa lasciata dal padre solo per curare alcuni interventi di manutenzione, questa condotta non rappresenta una forma di accettazione tacita dell’eredità, in quanto il fine del possesso non è quello di averlo per sé come se ne fosse il proprietario, bensì solamente quello di non disperderne il valore.

In sintesi: la semplice voltura delle utenze non rappresenta una forma di accettazione tacita dell’eredità, a meno che non sia accompagnata da altre condotte che manifestano inequivocabilmente la volontà di far propria la quota ereditaria.

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