Perché mai, in caso di incidente stradale, temere così tanto un concorso di colpa?
Innanzitutto perché il risarcimento versato dall’assicurazione viene decurtato in proporzione alla percentuale di responsabilità riconosciuta a ciascun automobilista. E ciò vale sia per i danni alle auto che per quelli fisici. In secondo luogo perché, se il concorso è pari o superiore al 51%, la polizza fa un salto di due classi e dunque il premio annuale aumenta.
Ma chi stabilisce il concorso di colpa in un incidente stradale? L’assicurazione, il giudice, la polizia, un perito, le parti? Per comprenderlo bisogna sapere come funzionano le pratiche di infortunistica stradale.
Cos’è il concorso di colpa negli incidenti stradali?
Il concorso di colpa è la situazione che si verifica quando il danno viene determinato da una condotta colpevole sia del danneggiante che del danneggiato.
Il concorso può essere in misura paritaria (ossia al 50% ciascuno) o in misura differente (ad esempio al 75% e 25%). Questa seconda situazione si verifica quando uno dei due soggetti abbia concorso più dell’altro alla realizzazione del danno, ossia quando la responsabilità del primo è superiore a quella del secondo.
Nell’ambito della circolazione stradale, il concorso di colpa è la regola. Si parte cioè sempre da un concorso di colpa, salvo prova contraria.
L’articolo 2054 del Codice civile stabilisce infatti che la colpa si presume a carico di entrambi gli automobilisti se nessuno dei due riesce a fornire una duplice prova:
- quella di aver rispettato il Codice della strada;
- quella di aver fatto di tutto per impedire l’incidente, pur essendo dalla parte della ragione.
Ciascun automobilista, laddove si accorga di un conducente che non rispetta il Codice, deve adottare un comportamento cauto e prudente per evitare lo scontro. Così, ad esempio, chi passa col semaforo verde, se si accorge di un’auto che non ha rispettato lo stop, deve lasciarla passare laddove questa abbia già occupato, o stia per occupare, l’incrocio.
Insomma, non perché si è in regola coi limiti di velocità, con gli stop, con la precedenza e con le altre disposizioni sancite dalla legge, si ha automaticamente diritto al risarcimento del danno in caso di incidente. Serve infatti una valutazione complessiva del comportamento del conducente per verificare l’eventuale prevedibilità ed evitabilità del sinistro.
Chi decide il concorso di colpa in caso di incidente stradale?
Nel momento in cui avviene un incidente stradale, se sul luogo accorre la polizia, sarà questa ad eseguire i rilievi e ad accertare le responsabilità dei conducenti, eventualmente elevando la multa a chi ha violato il Codice della strada. Ed è proprio in base al verbale degli agenti che le assicurazioni si orienteranno per stabilire le rispettive colpe degli automobilisti.
In assenza dell’intervento della polizia, la valutazione viene effettuata ex post da un perito dell’assicurazione, nominato dalla stessa compagnia a seguito della denuncia di sinistro fatta dall’assicurato. Tale esperto procederà ad un’analisi del caso concreto basandosi sugli elementi a propria disposizione come: le foto prodotte dall’assicurato, la verifica dei luoghi, eventuali tracce di frenate lasciate sull’asfalto, la presenza di segnaletica verticale ed orizzontale, i punti di contatto tra i due veicoli, dichiarazioni testimoniali. L’analisi del consulente è rivolta così ad accertare se vi sia o meno una responsabilità piena da parte di uno dei due conducenti.
Come anticipato, in assenza di prove certe, l’assicurazione applicherà invece il concorso di colpa, risarcendo al proprio cliente solo la metà del valore del danno fisico e al veicolo.
Quindi, a decidere in prima battuta il concorso di colpa è la stessa assicurazione chiamata a liquidare i danni all’automobilista che ne faccia richiesta.
Se l’automobilista non condivide l’analisi dell’assicurazione, potrà rivolgersi al giudice affinché accerti le responsabilità, in contraddittorio con il conducente avversario. A questo punto, la decisione sul concorso di colpa ricadrà sul magistrato che, tuttavia, applicherà le stesse regole appena indicate. E quindi, sulla base dell’articolo 2054 del Codice civile, partirà da un concorso di colpa salvo prova contraria.
A ben vedere anche il giudice affida la verifica delle cause del sinistro a un consulente tecnico, il cosiddetto Ctu (ossia consulente tecnico d’ufficio). Questi effettua una perizia contro cui le parti in causa possono presentare controdeduzioni anche a mezzo di consulenti di parte che parteciperanno alle operazioni peritali.
All’esito del deposito della perizia elaborata dal Ctu, alle parti sarà data la possibilità di sollevare contestazioni o chiedere chiarimenti.
In ultimo, il giudice tenderà a decidere proprio sulla base dell’analisi effettuata dal Ctu.
Quindi, anche in fase giudiziale, a decidere il concorso di colpa, seppur formalmente è il giudice chiamato ad emettere la sentenza, è più che altro il consulente tecnico che effettuerà la perizia.
Concorso di colpa: quali conseguenze?
Come anticipato in apertura, il concorso di colpa consente di ottenere un risarcimento proporzionato alla percentuale di colpa accordata alla controparte. Pertanto, a titolo di esempio, se al danneggiato viene riconosciuto un concorso di colpa del 40%, questi otterrà un risarcimento pari al 60%.
Solo un concorso di colpa superiore al 50% (e quindi dal 51% in poi) determina l’aumento della classe di merito.