Esiste la privacy tra marito e moglie: ecco tutto ciò che può rimanere segreto nei rapporti tra coniugi.
Un coniuge può avere segreti con l’altro oppure è tenuto a dirgli tutto, anche quanti soldi ha in banca, a quanto ammonta la propria busta paga, se è stato licenziato o meno, se intende fare testamento e a chi? Esistono insomma segreti tra marito e moglie che la legge tutela?
Il fatto di essere sposati e di condividere gli stessi spazi all’interno della dimora familiare non significa perdere ogni sfera di riservatezza. Esiste la privacy tra coniugi. E le violazioni sono punite alla pari di quelle tra estranei. Ma la privacy – come vedremo a breve – non è solo il diario segreto, le email, la corrispondenza cartacea o l’account social. Il raggio di tutela previsto dalla legge è molto più ampio.
Insomma, il coniuge può avere segreti e questi segreti, come vedremo a breve, possono essere tutelati anche attraverso la legge. Ma procediamo con ordine.
Social, email e smartphone
Una recente sentenza della Cassazione ha condannato per rapina una persona che aveva strappato di mano, alla propria moglie, il cellulare nel tentativo di vedere con chi questa stesse messaggiando.
Il caso ha fatto discutere, ma non è nulla di nuovo per il diritto. La corrispondenza è riservata anche tra marito e moglie: nessuno dei due quindi può vedere ciò che l’altro custodisce nel proprio smartphone. E se anche riuscisse a scoprire in tal modo un tradimento, tale prova non potrebbe essere presa in considerazione dal giudice in quanto acquisita in violazione della privacy.
C’è poi da dire che il coniuge che abbia ricevuto dall’altro, in passato, le credenziali per l’accesso all’email di quest’ultimo o all’account social non vi può poi entrare in un successivo momento ed in assenza di un’ulteriore autorizzazione: diversamente, commetterebbe reato di accesso abusivo a sistema informatico.
Pertanto, è responsabile penalmente – e può essere querelato – il coniuge che spia le e-mail o il cellulare dell’altro, anche se in passato ha ricevuto da questi stesso le credenziali di accesso. Non c’è un diritto di avere contezza dell’altrui corrispondenza.
Insomma, un conto è chiedere garbatamente «Con chi eri al telefono?» e un altro, ben diverso, è prendere il cellulare del coniuge, con la forza o di nascosto, per vedere l’ultima chiamata o sbirciare le sue chat su WhatsApp.
Redditi, conti e eredità
Esiste la privacy anche sui redditi, anche quando la coppia è sposata in regime di comunione dei beni. Il coniuge non deve dire all’altro quanto guadagna o quanti soldi ha sul conto, presso quali banche ha un rapporto, se detiene titoli o cassette di sicurezza. C’è privacy quindi sui ricavi del proprio lavoro o sugli altri proventi derivanti da donazioni e successioni ereditarie (queste ultime peraltro non entrano in comunione).
Tuttavia, questi redditi devono tornare a galla nel caso di separazione della coppia. Difatti, se la coppia è sposata in comunione dei beni, tutti i soldi accumulati e risparmiati vanno divisi in quote uguali. Se la coppia è in separazione dei beni, i redditi dell’uno devono essere presi in considerazione per calcolare la sua capacità economica ai fini dell’ammontare dell’assegno di mantenimento. Tant’è vero che il giudice richiede l’esibizione delle ultime due dichiarazioni dei redditi.
È coperto da privacy tra coniugi anche il testamento. Se un coniuge scrive le proprie ultime volontà non è tenuto a comunicarle all’altro.
Stato di salute
La cartella clinica, così come il complessivo stato di salute di un coniuge, è un dato sensibile che riceve una forte tutela da parte della legge. Questa sfera, se violata, può integrare una richiesta di risarcimento del danno e, addirittura, una condanna penale.
Il coniuge quindi può tenere nascosto all’altro il proprio stato di salute ma è chiaro che questo non può influire sulla vita matrimoniale (come ad esempio lo stato di impotenza generandi).
Il secondo numero di telefono
L’avere un secondo numero segreto di telefono, per quanto faccia sospettare la presenza di una relazione adulterina, non è un fatto che, di per sé, in assenza di altre prove, possa essere considerato una violazione dei doveri del matrimonio. Quindi, possiamo dire che anche questo è un dato che si può tenere segreto, senza perciò violare alcuna legge.
Rapporti prematrimoniali
Il tradimento è solo quello che avviene una volta sposati. Sicché, se uno dei due coniugi ha tradito l’altro prima del matrimonio non solo non è tenuto a dirglielo ma anche, nell’ipotesi in cui la vittima dovesse perciò chiedere la separazione perché sentitasi lesa nella fiducia, non potrebbe comunque chiedere i danni all’ex, il cosiddetto “addebito”, ossia l’imputazione di responsabilità per la fine del matrimonio.