Si può diseredare un figlio? Come fare a toglierlo dal testamento e cosa possono fare gli altri eredi? L’indegnità a succedere.
Chi vuol escludere una persona dalla propria eredità può limitarsi a non menzionarla nel testamento. Non sono necessarie formule o atti particolari: basta il semplice “silenzio”. Ad esempio, se si vuole diseredare un fratello o una sorella è sufficiente fare testamento e non citarli, lasciando il proprio patrimonio ad altri.
Viceversa, se non si fa testamento, è la legge a stabilire quali sono gli eredi, sostituendosi così all’eventuale (e non nota) volontà del defunto.
Diverso è il discorso quando si ha a che fare con i figli e il coniuge. Costoro sono «eredi legittimari», cioè una categoria particolare di eredi. Ad essi infatti la legge riserva sempre una fetta dell’eredità. Ma ci sono dei casi in cui è possibile diseredare anche loro. Vediamo allora come escludere un figlio dal testamento. Tali ipotesi sono strettamente collegate a gravi comportamenti compiuti dall’erede.
Come escludere un figlio dal testamento per indegnità
Come abbiamo già spiegato nell’articolo Indegnità a succedere: quando, la legge prevede sei comportamenti particolarmente gravi che determinano la perdita di ogni diritto sull’eredità, anche in capo ai parenti più stretti come figli, coniuge e genitori. Al ricorrere di tali condotte, è necessario ottenere dal giudice una dichiarazione di indegnità nei confronti dell’erede.
L’accertamento dell’indegnità è successivo alla morte del testatore. Quindi, il genitore può limitarsi a non menzionare il proprio figlio nel testamento e, qualora quest’ultimo dovesse fare opposizione alla morte del padre o della madre, gli altri eredi, nel difendersi, potrebbero farlo dichiarare indegno.
Cos’è l’indegnità?
L’indegnità è una causa di esclusione dalla successione che colpisce chi si rende colpevole di gravi offese alla persona o alla libertà testamentaria della persona della cui eredità si tratta. In sostanza, il legislatore ritiene che determinati comportamenti rendano il soggetto immeritevole di succedere.
Come far dichiarare un figlio indegno?
L’indegnità a succedere, pur scaturendo direttamente dalla legge, deve essere dichiarata con sentenza dal giudice su domanda del soggetto interessato. Si deve quindi intraprendere una causa civile alla quale devono partecipare tutti gli eredi.
L’azione però non può essere svolta dal testatore quando ancora è in vita ma dai suoi eredi una volta che ne è intervenuta la morte.
A seguito della sentenza, l’indegno è tenuto a rilasciare l’eredità acquistata e dovrà, inoltre, restituire i frutti che gli sono pervenuti dopo l’apertura della successione. Ciò anche nel caso in cui la causa di indegnità sia successiva a tale momento, dato che gli effetti dell’indegnità retroagiscono comunque al momento dell’apertura della successione.
Quando si può far dichiarare il figlio indegno?
Le cause che possono determinare l’indegnità del figlio a succedere sono collegate per lo più a reati. Indicheremo qui di seguito i casi.
– Omicidio volontario
È indegno di succedere chi ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere la persona della cui successione si tratta, o il coniuge, o un ascendente della medesima, purché non ricorra alcuna delle cause che escludono la punibilità a norma della legge penale. Deve, pertanto, trattarsi di omicidio volontario ed il soggetto agente deve essere capace di intendere e volere, in quanto l’azione deve essere volontariamente diretta contro i soggetti indicati dalla norma. Sono pertanto escluse sia le ipotesi di omicidio colposo che preterintenzionale.
È invece sufficiente il solo tentativo. In tale particolare ipotesi, non è necessaria la condanna penale, potendo la causa di indegnità essere accertata autonomamente in sede di giudizio civile.
– Istigazione al suicidio
L’ipotesi di istigazione al suicidio scatta quando avviene ai danni di un minore di anni 14 o di incapace, dal momento che l’età immatura o le condizioni mentali del suicida fanno ritenere che solo l’istigatore sia la vera causa della morte.
– Denuncia dichiarata calunniosa in un giudizio penale
È indegno chi ha denunziato la persona della cui successione si tratta, o il coniuge, o un ascendente della medesima per reato punibile con l’ergastolo o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni, se la denuncia è stata dichiarata calunniosa in giudizio penale; ovvero ha testimoniato contro le persone medesime imputate dei predetti reati, se la testimonianza è stata dichiarata, nei confronti di lui, falsa in giudizio penale.
Questa rappresenta l’unica ipotesi in cui è necessaria la sentenza penale irrevocabile di condanna: il giudice civile non può compiere autonomamente l’accertamento del fatto, ma spetta agli interessati produrre la sentenza penale per ottenere che lo stesso tragga ogni conseguenza in ordine all’indegnità; in altri termini, il giudice civile sarà tenuto a rigettare la domanda, qualora l’accertamento non possa avvenire in sede penale, a causa dell’estinzione del reato.
– Decadimento della potestà genitoriale
È uno dei casi di indegnità a succedere che, però, chiaramente non interessa il nostro problema visto che riguarda l’azione del figlio nei confronti del padre e non viceversa. Né è possibile ricorrere a tale causa a tutela del nipote.
– Atti che attentano alla volontà del testatore
Vi rientrano una serie di ipotesi. La prima è quella di colui che, con dolo o violenza, abbia indotto la persona della cui successione si tratta, a redigere, revocare, mutare il testamento, o abbia impedito alla stessa la redazione di testamento.
La seconda è la soppressione, il celamento o l’alterazione del testamento.
È poi prevista l’indegnità in caso di formazione o uso cosciente di un testamento falso. Non è necessario un giudizio penale in quanto anche il giudice civile può decidere sulla sussistenza del falso denunciato ai fini della pronuncia dell’indegnità a succedere dell’autore.
Come escludere un figlio dal testamento
Abbiamo visto, in questa breve guida, in quali casi il figlio può essere diseredato. Al genitore basta non citarlo nel testamento. Il giudizio di indegnità si svolgerà però successivamente alla sua morte, in caso di contestazione del figlio, e su richiesta da parte degli altri eredi.
Il genitore non deve necessariamente dire al figlio che lo ha diseredato. Né il figlio, sapendolo, può fare qualcosa prima della morte del genitore.
Dunque, volendo sintetizzare quanto detto finora, in linea generale non si può diseredare un figlio a meno che questo non si macchi di particolari crimini e nei suoi confronti intervenga una sentenza che ne dichiari l’indegnità.
La sopravvenienza di altri figli
C’è un ultimo caso che, se anche non comporta l’esclusione totale del figlio dall’eredità, potrebbe determinare il ridimensionamento della relativa quota. È il caso di sopravvenienza di altri figli. Anche in questo caso, però, l’accertamento è successivo al decesso del testatore.
La legge prevede che la nomina di un erede o di un legatario fatta da chi al tempo del testamento non aveva, o ignorava di avere, figli o discendenti, sono revocate di diritto per l’esistenza o la sopravvenienza di un figlio o discendente del testatore, benché postumo, anche adottivo, oppure per il riconoscimento di un figlio nato fuori dal matrimonio.
La revocazione ha luogo anche se il figlio è stato concepito al tempo del testamento. Si tratta di un’ipotesi di inefficacia successiva che opera in automatico ed investe l’intero testamento.
La revocazione non opera invece se il testatore, al momento della redazione del testamento, ha già dei figli dei quali sia nota l’esistenza e, successivamente, sopraggiunga un altro figlio.