Investigatore privato_Coltivare cannabis per uso personale è reato?

Quali conseguenze per chi acquista i semi per far crescere delle piantine sul terrazzo di casa?

 

Dopo che nel 2019 le Sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito che coltivare cannabis per uso personale non è reato è diventato ancora più determinate chiarire quando si possa parlare di «uso personale».

È chiaro che la differenza tra spaccio (rientrante nell’illecito penale) e uso personale (rientrante invece nell’illecito amministrativo) si basa sulla quantità (minima nella seconda ipotesi). Sicché, la domanda che oggi ci si pone spesso è la seguente: si possono tenere due piante di marijuana a casa?

La questione è stata di nuovo affrontata dalla Cassazione che, proprio di recente, ha fissato un ulteriore dettaglio alla delicata questione. Cerchiamo di fare il punto della situazione.

 

Coltivare cannabis: quando non è reato?

La Cassazione non è il legislatore e, pertanto, nell’interpretare il diritto, non può creare nuove norme, specie quando sono in gioco responsabilità penali.

Il principio adottato al caso di coltivazione casalinga di cannabis e sposato nel 2019 dopo una lunga tradizione di senso contrario, è il seguente: «non costituiscono reato le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica».

Come si stabilisce se una coltivazione è di «minime dimensioni»? La Corte dà degli indici: bisogna considerare le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante ed il modesto quantitativo di prodotto ricavabile. Quanto tutti questi elementi fanno intendere che l’uso della marijuana sarà puramente personale, e pertanto nella condotta non è ravvisabile alcun pericolo sociale, non si può più parlare di reato. E ciò, del resto, in piena coerenza con quanto previsto dalla legge per il consumo personale di droga che tutt’oggi – a prescindere dal tipo di sostanza stupefacente (sia essa cioè una droga leggera o pensante) – non è mai reato.

 

Coltivazione cannabis di minime dimensioni: cosa si rischia?

Il fatto però che tanto l’uso personale di droga quanto la piantagione per uso personale non costituiscano reato non significa che siano condotte lecite. La legge ricollega ad esse delle sanzioni più modeste rispetto allo spaccio: sanzioni di natura amministrativa e non penale.

Chi quindi viene sorpreso a coltivare cannabis a casa di minime dimensioni non subirà un processo penale ma potrà essere oggetto di provvedimenti prefettizi come la sospensione della patente, del passaporto, del porto d’armi ed, eventualmente, per gli extracomunitari, del permesso di soggiorno.

Inoltre se la persona trovata con la droga per uso personale, se non si tratta della prima volta e il fatto non è di lieve entità, è invitato a seguire un programma terapeutico e socio-riabilitativo personalizzato, in relazione alle proprie specifiche esigenze, predisposto dal servizio pubblico per le tossicodipendenze competente per territorio.

Se invece si passa dalle minime alle grossi dimensioni di piantagioni di marijuana, si risponde penalmente del reato di spaccio.

 

Si possono tenere due piantine di marijuana a casa?

Quante possono essere le piantine “tollerate” dalla legge, senza cioè rispondere del reato di spaccio? La Cassazione ovviamente non lo ha detto ma nella sentenza in commento è possibile esprimere un numero: due piantine di marijuana a casa sono considerate per uso personale. E pertanto non scatta alcun reato; resta sempre fermo l’illecito amministrativo per il quale comunque la polizia è autorizzata a entrare in casa per effettuare perquisizioni e controlli.

Nel caso di specie, la Corte ha escluso la responsabilità penale di un uomo, finito sotto processo per avere coltivato tra le mura domestiche due piante di marijuana, sufficienti a produrre poco meno di cinquanta dosi, cioè, osservano i Giudici, «un quantitativo modesto». Fondamentali il quantitativo modesto del raccolto e la destinazione all’uso personale.

È stato così applicato il principio secondo cui «non integra il reato di coltivazione di stupefacenti, per mancanza di tipicità, una condotta di coltivazione che, in assenza di significativi indici di un inserimento nel mercato illegale, denoti un nesso di immediatezza oggettiva con la destinazione esclusiva all’uso personale, perché svolta in forma domestica, utilizzando tecniche rudimentali e uno scarso numero di piante, da cui ricavare un modesto quantitativo di prodotto».

In definitiva, non c’è nessun rischio a livello penale se a casa si coltiva – a proprio uso e consumo – due piantine di marijuana.

 

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