Annullamento del testamento per incapacità. Richiedi una consulenza Agenzia Investigazioni Private dal 1991 IDFOX Srl, Tel.02344223 Quando una persona si considera incapace di fare testamento a causa di una malattia o una patologia mentale?

Annullamento del testamento per incapacità. Richiedi una consulenza Agenzia Investigazioni Private dal 1991 IDFOX Srl, Tel.02344223

Quando una persona si considera incapace di fare testamento a causa di una malattia o una patologia mentale?

È noto che le persone anziane non sono sempre lucide e, in alcuni casi, hanno la tendenza a farsi sopraffare dalle emozioni. Questa situazione di particolare fragilità tuttavia non determina un’incapacità a “testare”, ossia a fare testamento. Pertanto tale atto, anche se scritto senza notaio, resta valido. Ma allora quando è possibile l’annullamento del testamento per incapacità? Come vedremo a breve, per poter contestare le ultime volontà di una persona è necessario un grave vizio di mente.

Cerchiamo di comprendere, più nello specifico, in quali casi il testamento non è valido, come dimostrare la cosiddetta “incapacità naturale” del defunto.

Indice

* Chi sono i soggetti che non possono fare testamento?

* Cosa si intende per incapacità naturale del testatore?

* Quali sono gli accertamenti circa l’incapacità del testatore?

Chi sono i soggetti che non possono fare testamento?

L’annullabilità del testamento è disciplinata dall’art. 591 del Codice civile. Tale norma individua le cause di incapacità a testare. In particolare, sono incapaci di testare:

* i minorenni;

* gli interdetti per infermità di mente;

* coloro che, sebbene non interdetti, erano incapaci di intendere e di volere nel momento in cui hanno scritto il testamento (i cosiddetti “incapaci naturali”). Il fatto che tale atto sia avvenuto in presenza di un notaio non implica che lo stesso sia valido: quest’ultimo infatti non è un medico in grado di comprendere se il proprio cliente è in condizioni psichiche tali da capire il significato delle proprie azioni e dichiarazioni.

Quanto ai soggetti sottoposti ad amministrazione di sostegno, è il decreto del giudice con cui viene nominato l’amministratore a indicare gli atti che l’amministrato può compiere (tra cui potrebbe quindi anche esservi il testamento).

Cosa si intende per incapacità naturale del testatore?

Le incapacità naturali che possono portare all’annullamento del testamento sono quelle condizioni in cui il testatore, pur non essendo legalmente interdetto, si trova in uno stato di incapacità di intendere e di volere al momento della redazione dell’atto.

Esse possono essere provocate da:

* infermità mentale transitoria o permanente: ad esempio, stati di demenza, psicosi o altre patologie che alterano gravemente le facoltà mentali. La semplice demenza senile, se non particolarmente grave, non implica incapacità a fare testamento;

* cause perturbatrici anche transitorie come l’assunzione di sostanze stupefacenti, l’ubriachezza, uno shock emotivo o altre situazioni che temporaneamente impediscono al testatore di comprendere il significato e le conseguenze dei propri atti.

Non è sufficiente una semplice alterazione delle facoltà psichiche o una riduzione delle capacità cognitive dovuta all’età avanzata o a malattie non invalidanti. È necessario che il testatore sia, al momento della redazione del testamento, privo in modo assoluto della capacità di intendere e di volere, ossia della coscienza dei propri atti. Insomma per poter invalidare un testamento è richiesta una incapacità totale, assimilabile a quella che giustificherebbe un’interdizione.

La Cassazione (sent. n. 9472/2023) ha ribadito che l’annullamento del testamento per incapacità richiede la prova che, a causa di un’infermità transitoria o permanente, il testatore fosse incapace di intendere e di volere al momento della redazione. Egli non doveva comprendere le implicazioni legali delle proprie disposizioni testamentarie.

Quali sono gli accertamenti circa l’incapacità del testatore?

Gli accertamenti sull’incapacità del testatore si basano su una prova rigorosa, finalizzata a dimostrare lo stato di incapacità nel momento esatto in cui è stato redatto il testamento.

La giurisprudenza ha sottolineato che, in caso di malattie mentali a carattere intermittente, l’onere della prova dell’incapacità grava su chi impugna il testamento.

Invece, in presenza di un’infermità mentale permanente e totale, l’onere della prova si inverte: spetta a chi difende la validità del testamento dimostrare che esso è stato redatto durante un lucido intervallo.

La Cassazione (sent. n. 24169/2021) ha chiarito che, in assenza di un’incapacità totale e permanente, è necessario dimostrare che il testatore fosse incapace proprio nel momento specifico della redazione del testamento. Il semplice fatto che assumesse dei farmaci per problemi psichici non è quindi un elemento sufficiente, se manca una certificazione medica che comprovi un grave stato perdurante di infermità mentale.

L’accertamento dell’incapacità naturale del testatore avviene attraverso:

* valutazione delle condizioni del testatore: è fondamentale provare che l’incapacità sussisteva proprio durante la redazione del testamento e non in un momento successivo o anteriore;

* consulenza tecnica d’ufficio (CTU): spesso il giudice dispone una perizia medico-legale per accertare lo stato mentale del testatore al momento in cui viene scritto il testamento, basandosi su documentazione medica, cartelle cliniche, certificati di medici curanti e altri elementi probatori;

* testimonianze di persone che hanno avuto contatti con il testatore nel periodo in questione possono essere utilizzate per dimostrare lo stato di incapacità.

 

 

Articolo precedente
Articolo successivo
Come contestare la firma sulla cartolina della raccomandata. Richiedi una consulenza Agenzia Investigazioni Private dal 1991 IDFOX Srl, Tel.02344223. Come dimostrare di non aver ricevuto la raccomandata e che la firma non è la propria?
Menu