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Cosa succede all’eredità se il beneficiario muore prima dell’apertura della successione?
Ipotizziamo il caso di una persona che, non avendo eredi legittimari (coniuge, figli e genitori) nomini come proprio erede universale un unico soggetto (magari il proprio partner). Ebbene, cosa potrebbe succedere, in un’ipotesi del genere, se il beneficiario dovesse decedere in data anteriore rispetto al testatore? Chi eredita se il designato nel testamento muore prima? Cerchiamo di fare il punto della situazione.
Indice
* A chi spetta l’eredità se il beneficiario muore prima?
* Quali sono le regole se il destinatario del testamento muore?
A chi spetta l’eredità se il beneficiario muore prima?
Innanzitutto è bene ricordare che il testamento, anche se fatto a mezzo del notaio, può sempre essere modificato, revocato o integrato. Tale correzione peraltro non deve rispettare per forza la stessa forma del precedente atto. Tanto per fare un esempio, si può cambiare un testamento pubblico mediante un testamento olografo. O viceversa.
A prevalere, in ogni caso, è sempre l’ultimo testamento, quello cioè che riporta la data successiva.
Dunque, nel caso di specie, non appena muore il beneficiario dell’eredità, il testatore può scrivere un nuovo testamento in cui, mutando il precedente, il soggetto designato viene sostituito con un altro ancora in vita (o anche già concepito ma non ancora nato).
Potrebbe anche succedere che il testatore, già in sede di redazione del testamento, preveda l’ipotesi in cui il beneficiario muoia prima, individuando un suo sostituto. Si pensi al caso di Tizio che, nominando come proprio erede il fratello Caio, stabilisca che, nel caso in cui questi venga a mancare prima di lui, l’eredità vada all’amico Sempronio.
Quali sono le regole se il destinatario del testamento muore?
Che succede invece se, per qualsiasi ragione, il testamento non viene modificato né prevede un sostituto nel caso di premorte del beneficiario? In tal caso:
* se il designato premorto era il figlio o il fratello del testatore, l’eredità andrà al discendente di quest’ultimo (è il cosiddetto fenomeno della “rappresentazione”). Ad esempio, se un genitore lascia la propria eredità al figlio e questi muore all’improvviso di incidente stradale, il patrimonio destinato a quest’ultimo finisce al nipote del testatore (ossia al figlio del soggetto premorto). Lo stesso dicasi se il designato nel testamento è il fratello: in tal caso il diritto di accettare l’eredità cade in capo al nipote (figlio cioè del fratello);
* se il designato premorto era un soggetto diverso, si apre la cosiddetta successione legittima. In pratica, l’eredità viene divisa secondo le quote definite dal Codice civile che privilegiano prima i parenti di grado più prossimo e, in assenza di questi, quelli di grado più lontano e comunque non oltre il sesto grado. Leggi a riguardo: Che succede se muoio senza fare testamento?
Attenzione però: come anticipato sopra, la designazione dell’intera eredità a un solo soggetto è possibile solo se non sono presenti eredi legittimari, coloro cioè che, per legge, hanno sempre diritto a una quota minima del patrimonio del defunto (la cosiddetta “legittima”). Costoro sono il coniuge (fino al divorzio), i figli o, in assenza dei figli, i genitori.
Quindi una persona è libera di fare ciò che vuole del proprio patrimonio, disponendone per come meglio crede nel testamento, solo se non è sposata o se è divorziata, e non ha né figli né genitori.
Negli altri casi, invece, dovrà rispettare le quote di legittima.
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