Cosa fare se un erede non vuole fare la dichiarazione di successione?
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Cosa succede se la dichiarazione di successione la fa un solo erede? Chi ha l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione?
Alla morte di una persona si apre la relativa successione. Tanto in caso di testamento che in mancanza di esso, gli eredi devono inviare telematicamente all’Agenzia delle Entrate, entro un anno dal decesso, la dichiarazione di successione. Quest’ultima è un adempimento di carattere fiscale: più nello specifico contiene l’indicazione degli eredi e il patrimonio caduto in successione. Tanto serve ai fini della liquidazione delle relative imposte. Ma cosa fare se un erede non vuole fare la dichiarazione di successione? Potrebbe provvedere all’invio un solo erede senza chiedere l’autorizzazione agli altri? Serve il consenso di tutti?
A tali domande daremo una risposta chiara e semplice qui di seguito, non prima però di aver spiegato che differenza c’è tra dichiarazione di successione e accettazione dell’eredità, nonché di aver indicato in quali casi la dichiarazione di successione non deve essere presentata.
Indice
* Che differenza c’è tra successione e accettazione di eredità?
* Quando la dichiarazione di successione non va fatta?
* Come comportarsi se un erede non vuole fare la successione?
Che differenza c’è tra successione e accettazione di eredità?
Spesso si parla di “dichiarazione di successione” confondendola con l’accettazione dell’eredità. Si tratta però di due adempimenti completamente diversi, con funzioni altrettanto differenti.
Come anticipato sopra, la dichiarazione di successione è un obbligo di carattere fiscale, tant’è che l’omessa presentazione della stessa entro un anno dal decesso del de cuius implica l’applicazione di sanzioni tributarie di tipo amministrativo.
Invece l’accettazione dell’eredità è un adempimento di tipo civilistico: serve per subentrare in tutti i rapporti attivi e passivi del defunto. Solo con l’accettazione quindi si diventa proprietari dei beni (o di una quota dei beni) del defunto. E sempre con essa si risponde anche dei debiti caduti in successione. L’accettazione può essere:
* espressa: viene fatta dinanzi al notaio o al cancelliere del Tribunale;
* tacita: si realizza con il compimento di atti di disposizione o di amministrazione del patrimonio del defunto, come la vendita, la locazione o anche il semplice prelievo di soldi dal conto.
Se la dichiarazione di successione è sempre obbligatoria, l’accettazione di eredità non lo è. Gli eredi potrebbero infatti presentare la rinuncia alla successione. Oppure, nella loro inerzia, dopo 10 anni senza alcuna dichiarazione, l’eredità si considera rinunciata.
Quando la dichiarazione di successione non va fatta?
Di regola, la dichiarazione di successione va sempre presentata salvo quando ricorrano i seguenti requisiti:
* gli eredi devono essere solo il coniuge e i parenti in linea retta del defunto (figli, genitori, nonni, nipoti, ecc.);
* il valore dell’eredità non deve superare 100.000 euro;
* nell’eredità non devono essere presenti immobili o diritti reali immobiliari (come usufrutto, servitù, superficie, ecc.).
Con riferimento all’ultimo requisito, nel caso in cui il defunto fosse titolare di usufrutto, questo non cade in successione poiché, alla morte dell’usufruttuario, si riespande il diritto del nudo proprietario (dunque l’usufrutto va agli eredi).
Come comportarsi se un erede non vuole fare la successione?
Spesso si sente dire che un erede non vuole fare la successione che, per questo, blocca tutti gli altri. Questa affermazione è frutto di un grosso equivoco. Bisogna infatti partire da tali punti:
* la dichiarazione di successione deve essere inviata una sola volta;
* a inviare la dichiarazione di successione può essere anche un solo erede per tutti gli altri;
* l’invio della dichiarazione di successione da parte di un erede non necessita dell’approvazione o del consenso anche degli altri, i quali non devono infatti firmarla;
* l’invio della dichiarazione di successione da parte di un erede va a favore di tutti gli altri eredi che non saranno infatti tenuti a un ulteriore invio (come detto, basta una sola comunicazione);
* chi sa già che intende rinunciare all’eredità o lo ha già fatto non deve presentare la dichiarazione di successione, anche se in teoria i soggetti obbligati sono gli eredi e anche i semplici “chiamati all’eredità” (coloro cioè che ancora non hanno né accettato, né rinunciato all’eredità).
Dunque se un erede decide di non inviare la successione o non partecipare al suo invio (cosa che magari potrebbe motivare con la volontà di non procedere all’accettazione dell’eredità), è sempre consentito a un altro erede farlo al posto suo, mettendo così in regola con l’Agenzia delle Entrate tutti gli altri chiamati all’eredità.
La normativa non impone l’unanimità tra gli eredi; è sufficiente che un solo erede si faccia carico dell’adempimento per conto di tutti.
È importante sottolineare che l’erede che compila la dichiarazione di successione deve assicurarsi di dichiarare fedelmente tutte le informazioni richieste, includendo i dati di tutti gli eredi del defunto, indipendentemente dal loro consenso alla procedura.
La presentazione della dichiarazione da parte di un solo erede beneficia tutti i coinvolti, soddisfacendo l’obbligo fiscale per tutti gli interessati.
Dal punto di vista normativo, non ci sono ostacoli alla presentazione della dichiarazione di successione da parte di un solo erede; tuttavia, praticamente parlando, è consigliabile che gli eredi raggiungano un accordo e affidino l’incarico a un unico professionista. Questo approccio facilita la gestione dell’intero processo di successione perché:
* evita il rischio di presentazioni multiple e sovrapposte della dichiarazione di successione;
* permette di accordarsi su quale conto corrente utilizzare per le tasse e le imposte di successione e come gestire eventuali rimborsi al coerede che ha presentato la dichiarazione;
* semplifica la raccolta dei documenti necessari.
In conclusione, benché sia legittimo che un singolo erede presenti la dichiarazione, è decisamente più pratico e consigliabile per tutti gli eredi trovare un accordo comune e procedere congiuntamente.