La moglie che tira uno schiaffo al marito perde il mantenimento; Investigatore Privato, Agenzia IDFOX -Since 1991- Richiedi una consulenza-www.idfox.it.
Liti domestiche: l’addebito scatta anche con un singolo e isolato episodio di violenza, salvo derivi della scoperta di un tradimento.
Una sentenza della Cassazione (ordinanza n. 12662 depositata il 9 maggio 2024) ha sancito un interessante principio in materia di liti domestiche: basta un solo episodio di violenza ai danni del proprio coniuge, anche se non grave, come uno schiaffo o uno spintone, per far scattare l’addebito nella separazione e quindi la perdita del mantenimento e dei diritti ereditari. Risultato: la moglie che tira uno schiaffo al marito perde il mantenimento.
Secondo la Suprema Corte, infatti, per l’addebito è sufficiente una singola e isolata condotta contraria ai doveri del matrimonio, anche se in passato il coniuge responsabile dell’atto è sempre stato rispettoso e non si è mai macchiato di violenze.
Il caso si riferisce a un uomo che, per la prima volta, aveva tirato uno schiaffo alla moglie, ma le conclusioni della Cassazione valgono anche a parti inverse.
Le motivazioni della pronuncia sono facilmente comprensibili (e condivisibili): tra i doveri che il Codice civile pone a carico dei coniugi vi è quello del rispetto reciproco. Non sono pertanto ammessi illeciti né di carattere civile, né soprattutto di tipo penale, come le percosse.
Il Codice penale punisce lo schiaffo, lo spintone, i calci e tutte quelle altre azioni che non lasciano conseguenze fisiche (diversamente, scatterebbe il più grave reato di “lesioni”). Lo schiaffo è, quindi, inquadrabile come reato di percosse.
Ora, al di là della punibilità penale di tale reato (che, per la sua modesta entità, potrebbe verosimilmente vedere l’archiviazione del procedimento), le conseguenze civili sono indiscutibili: l’addebito. E l’addebito, come detto sopra, implica soprattutto la perdita del diritto al mantenimento per il coniuge responsabile.
La Corte ha sottolineato che anche reazioni impulsive che sfociano in violenze fisiche possono essere determinanti per l’addebito della separazione, se queste ultime sono l’effettiva unica causa di rottura dell’equilibrio relazionale.
Quindi, se anche la moglie infliggerà dei graffi al marito o anche un semplice schiaffo subirà l’addebito nella conseguente causa civile di separazione e perderà il diritto agli alimenti.
Ma attenzione: tale condotta non deve essere conseguenza della scoperta di un tradimento. E questo perché, in tal caso, la vera causa della separazione non sarà stata la violenza fisica, ma l’infedeltà. La Cassazione ha infatti ricordato che, per imputare l’addebito, è necessaria la prova del rapporto di causa-effetto tra la condotta incriminata e la crisi del matrimonio. Pertanto, se una donna scopre che suo marito la tradiva e, perciò, reagisce violentemente, fermo restando l’eventuale punibilità sotto il profilo penale delle lesioni procurate all’uomo, quest’ultimo subirà l’addebito per via dell’adulterio e dovrà comunque pagare il mantenimento alla sua ex moglie che non ha un reddito sufficiente a mantenersi da sola.
Ultimo aspetto è quello dell’onere della prova. Prova che ovviamente spetta a chi intende far valere in giudizio il proprio diritto. Come fa il marito a dimostrare di aver subito violenza? Nulla esclude che potrebbe videoregistrare l’episodio, anche senza il consenso della moglie: le riprese in casa, fatte all’insaputa del coniuge, sono lecite a patto che entrambe le parti siano presenti. Se poi l’uomo dovesse agire in via penale, bisogna ricordare che le sue dichiarazioni fanno prova e possono condurre, anche da sole, alla condanna del responsabile per le percosse. L’eventuale giudicato potrà così essere usato nell’ambito del processo civile per ottenere l’addebito a carico di chi ha tirato lo schiaffo.
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